Ai magistrati ha detto che i soldi ricevuti dall'imprenditore Massimo Rossi non erano mazzette ma pagamenti di consulenze, e che gli sarebbero serviti per provvedere a spese familiari, tra cui anche quelle per colf e badante.
Paolino Iorio, ex direttore generale di Sogei arrestato con l'accusa di corruzione proprio durante uno scambio di quella che secondo i pubblici ministeri della Procura di Roma sarebbe stata una delle tante presunte tangenti - 15mila euro - in cambio di appalti, ha dato al gip la sua ricostruzione dei fatti. E dei soldi ricevuti dall'imprenditore, arrestato insieme con lui in flagranza di reato, titolare di una società fornitrice di Sogei con contratti milionari.
«Mettevo in tasca i soldi che mi dava Massimo Rossi», ha detto Iorio ai pm dopo l'arresto. E ha spiegato: «Almeno in quattro occasioni mi ha dato cinquemila euro, poi in due occasioni diecimila». Secondo i legali di Iorio non sarebbero state delle mazzette ma il frutto di consulenze di Iorio a Rossi.
L'ex dirigente della partecipata del Mef ha ricostruito così la gestione dei soldi ricevuti: «Il mio stipendio mensile è di circa 8.500 euro al mese. E il denaro che ho ricevuto da Rossi l'ho utilizzato per le spese familiari tra cui una donna di servizio che lavora cinque giorni su sette per 1.600 euro ivi compresi i contributi e la badante per mia madre che costa 1.300 euro al mese più altre 900 per la badante che viene il fine settimana».
Per i pm Iorio avrebbe iniziato a prendere le presunte tangenti nel febbraio 2023: «Non c'era un accordo generale con Rossi ma ogni volta che facevo la cosiddetta consulenza ricevevo un corrispettivo in denaro», conferma l'ex direttore. E rivela anche che quei «pacchetti» con i soldi consegnati da Rossi, a volte «puzzavano di terra, come se fossero stati occultati sotto terra». Precisa che le «consulenze» all'imprenditore comprendevano anche «consigli del tutto estranei a Sogei, come ad esempio (...) l'andamento del mercato tecnologico nelle forniture di pc». Ma per i magistrati, che hanno chiesto e ottenuto il carcere per entrambi, «pare del tutto inverosimile che Rossi dispensi denaro per oltre 100mila euro per sentire da Iorio della pura accademia, e che si approvvigioni del denaro con modalità occulte».
Ieri, intanto, sono scattate altre perquisizioni collegate alla stessa inchiesta, che hanno interessato il dirigente di Tim, Simone De Rose, e il procuratore del colosso Ntt Data, Emilio Graziano.
Dalla «attività tecnica effettuata sull'autovettura di De Rose - si legge nel decreto di perquisizione - si aveva la contezza, nell'ambito di un rapporto di corruttela tra privati, della consegna di 50 mila euro a De Rose da parte di Graziano il 22 febbraio e di un'ulteriore consegna di una busta, contenente verosimilmente denaro, il 15 maggio» del 2024. Tim, nel frattempo, ha dichiarato «massima collaborazione con gli inquirenti anche per ricostruire eventuali responsabilità a danno del gruppo».
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