A Washington arcivescovo anti-Trump

Bergoglio sceglie il simbolo liberal McElroy per controbilanciare il ciclone Donald

A Washington arcivescovo anti-Trump
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Gli esperti del mondo cattolico negli Stati Uniti già da tempo lo hanno soprannominato il «leone liberale» per le sue posizioni su temi come diaconato femminile, migranti e apertura alla comunità Lgbtq+. Papa Francesco ieri ha nominato il nuovo arcivescovo di Washington, a seguito del pensionamento per raggiunti limiti d'età del cardinale Wilton Gregory, il primo porporato afroamericano. Il prescelto è il cardinale Robert «Bob» McElroy, fino a ieri alla guida della diocesi di San Diego, in California, una Chiesa che conta circa un milione e trecentomila cattolici e che si trova praticamente al confine col Messico.

Quella che erediterà McElroy è un'arcidiocesi ancora ferita dagli scandali degli abusi sessuali, ma la priorità di Bergoglio in questo momento, a quanto dicono alcuni ben informati, è di avere una voce autorevole che possa controbilanciare la politica e le esternazioni di Donald Trump, che tra due settimane si insedierà come presidente degli Stati Uniti e che ha in mente di nominare come nuovo ambasciatore americano presso la Santa Sede, Brian Burch, presidente di CatholicVote e critico di Papa Francesco. Il tycoon, che di certo potrà contare sull'appoggio dell'amico ed esponente dell'ala più tradizionalista della Chiesa, l'arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan, adesso, da inquilino della Casa Bianca, troverà come nuovo arcivescovo della capitale un uomo che si muove su una linea progressista, a favore di una maggiore inclusione nella Chiesa dei divorziati-risposati, di un maggiore coinvolgimento di laici e donne in ruoli di responsabilità e che in passato non ha risparmiato critiche alla politica anti-immigrati del multimiliardario Trump. McElroy, quasi 71 anni, fine teologo e un dottorato in scienze politiche alla Stanford University, proprio su questo tema aveva commentato le parole del presidente eletto dicendo che «La Chiesa cattolica insegna che una nazione ha il diritto di controllare i propri confini. Allo stesso tempo, però, siamo chiamati a rispettare la dignità di ogni essere umano. E quindi i piani di cui si è parlato a certi livelli, di avere una deportazione indiscriminata e massiccia in tutto il Paese, sarebbe qualcosa di incompatibile con la dottrina cattolica». Anche durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca il cardinale era stato abbastanza diretto, chiamando a raccolta il popolo cattolico e invitandolo a «ostacolare chi vorrebbe mandare truppe nelle nostre strade per deportare gli immigrati clandestini, per strappare padri e madri alle loro famiglie. Dobbiamo ostacolare chi descrive i rifugiati come nemici, anziché come fratelli in difficoltà. Dobbiamo ostacolare chi insegna a vedere uomini, donne e bambini musulmani come fonte di paura anziché come figli di Dio».

«Il Santo Padre ha appena scelto uno dei più brillanti e capaci prelati dell'intera Chiesa statunitense - commenta a il Giornale padre James Martin, editorialista della rivista dei gesuiti America - McElroy è una persona capace e ha anche esperienza pastorale, è un dono sia per Washington che per tutta la nazione». Diversi esperti dell'area cattolica americana, dopo la pubblicazione della nomina di McElroy, hanno spiegato però al Washington Post che la reale influenza del nuovo arcivescovo sulle politiche di Trump «sarà minima».

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