Lo zar e i 35 oligarchi del cerchio magico. E Abramovich porta al sicuro i suoi yacht

In Europa i magnati più vicini a Putin possiedono beni e società per 15 miliardi. In Turchia le due mega imbarcazioni del tycoon

Lo zar e i 35 oligarchi del cerchio magico. E Abramovich porta al sicuro i suoi yacht

Il Guardian lancia l'operazione Russian Asset Tracker. La caccia, in collaborazione con l'Organized Crime and Corruption Reporting Project, ai patrimoni nel mondo riconducibili agli oligarchi vicini a Putin. Sarebbero già emersi 17 miliardi di dollari di conti bancari offshore, yacht, jet privati e proprietà di lusso a Londra, in Toscana e in Costa Azzurra - che sarebbero collegati a 35 oligarchi e funzionari russi che hanno stretti legami col leader del Cremlino, in base alla lista di nomi indicata dall'oppositore Alexei Navalny. Tra loro ci sono Roman Abramovich, Alisher Usmanov e Oleg Deripaska, oltre a ex alti funzionari, e boiardi delle aziende di Stato. Magnati già quasi tutti sanzionati da Ue, Stati Uniti e Gran Bretagna, che hanno patrimoni superiori ai 17 miliardi di dollari. Le difficoltà, anche in Italia - dove la Guardia di Finanza lavora alla ricerca di asset sommersi - sono quelle di individuare le proprietà degli oligarchi spesso schermate e irraggiungibili dalle sanzioni.

Il Russian Asset Tracker lanciato dal Guardian ha scovato più di 145 beni costituiti da 35 palazzi, 43 appartamenti e altri 27 immobili, sette yacht, più 11 jet privati ed elicotteri. E ieri la Bbc ha pubblicato lussuose proprietà possedute a Londra e nella contea inglese del Surrey da Usmanov, miliardario uzbeko-russo negli anni scorsi già indicato come il più ricco contribuente residente nel Regno Unito, e che erano sfuggite alle sanzioni. Si parla di proprietà il cui valore è stimato in 82 milioni di sterline (quasi 100 milioni di euro) complessive, che non sono formalmente più nella sua disponibilità perché trasferite sotto il controllo di un Trust. Di fatto questi patrimoni sono al riparto dalle sanzioni e dalle autorità del governo di Londra.

Il patron del Chelsea Abramovich cerca di portare in salvo i suoi mega yacht trasferendoli in Turchia, dove non ci sono sanzioni contro gli oligarchi russi. Le imbarcazioni si sono spostate nell'ultima settimana costeggiando le acque europee, senza entrare in quelle della Grecia, che come Stato membro dell'Ue che applica le sanzioni.

Ieri un gruppo di velisti ucraini a bordo di un gommone ha tentato di impedire al suo «Solaris», 140 metri di lunghezza per un valore di 570 milioni di euro, di attraccare a Bodrum, nel Sudovest della Turchia. Lo yacht era partito dal Montenegro. I manifestanti facevano parte di squadra di vela junior, avevano lasciato l'Ucraina prima dell'invasione russa per una competizione. «Dovevamo fare qualcosa - hanno detto - Vogliamo che il mondo sappia che l'Ucraina vuole la libertà e la pace». Il gommone è stato poi scortato e portato via dalla polizia turca.

Anche l'altro mega yacht di Abramovich, l'Eclipse, che vale 1,2 miliardi di euro ed è dotato di un sistema di difesa missilistico, ha attraccato in Turchia, a Marmaris, nel sud ovest.

Del resto ieri il New York Times ha ricostruito anche la rete di avvocati e manager che avrebbe consentito ad Abramovich di investire milioni di dollari negli Stati Uniti senza che siano riconducibili a lui. Un sistema che rende difficile l'applicazione delle sanzioni. Gli asset negli Stati Uniti includono decine di milioni di dollari di proprietà immobiliari e investimenti in istituzioni finanziarie.

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