Ora che la controffensiva ucraina sta prendendo slancio nel sud del Paese e i russi stanno spostando le truppe nel settore settentrionale del Donbass, torna in primo piano la questione delle armi occidentali. A Kiev ne servono di più pesanti e il più rapidamente possibile per respingere i raid di Mosca e passare poi al contrattacco.
Il presidente Volodymyr Zelensky ne ha parlato con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sottolineando la necessità di ottenere aiuti militari dall'Alleanza il prima possibile nel quadro del pacchetto globale approvato al vertice della Nato di Madrid. Mentre sono in arrivo dagli Usa altre armi per un valore di 550 milioni di dollari - e anche nuove sanzioni contro l'elite russa vicina al presidente Vladimir Putin, tra cui l'ex ginnasta Alina Kabaeva, da molti considerata la sua amante - anche la Germania rivendica il suo sostegno all'Ucraina. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un'intervista al Globe and Mail, ha elencato tutti gli armamenti forniti, non solo sistemi anticarro e antiaerei, ma anche sistemi più complessi e costosi, come obici semoventi, lanciarazzi multipli e radar. Sistemi talmente nuovi da non essere nemmeno a disposizione dell'esercito tedesco.
Kiev ritiene che le armi occidentali possano cambiare l'esito del conflitto, mentre Mosca assicura che la campagna militare russa per prendere il pieno controllo della regione ucraina del Donetsk procede «secondo i piani». Lo ha detto il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, elencando le sei località della regione che le truppe russe hanno conquistato negli ultimi giorni. Intanto Kiev ha dato il via all'evacuzione del Donetsk, obbligatoria ma non forzata, pianificata in vista della possibile offensiva russa e dell'imminente arrivo dell'inverno che lascerebbe gli abitanti senza riscaldamento e con infrastrutture completamente distrutte. Un primo treno è arrivato ieri mattina a Kropyvnytsky, nei prossimi giorni dovranno essere portati altrove tra i 200mila e i 220mila i residenti. Ieri durante le operazioni i russi hanno bombardato la zona e tre persone sono rimaste uccise. Kiev, intanto, sta pensando ad un progetto per rendere reato penale l'ottenimento del passaporto russo da parte dei cittadini ucraini che resteranno nella regione.
Per quanto riguarda la questione grano - dopo l'accordo che ha sbloccato le esportazioni raggiunto a Istanbul il 22 luglio tra Ankara, Kiev, Mosca e l'Onu - ieri sera è arrivata in Turchia della prima nave carica di cereali partita da Odessa, mentre altre quindici navi si stanno preparando a salpare dai tre porti ucraini autorizzati, oltre Odessa, Chornomorsk e Yuhzny. Le navi da carico dovrebbero navigare solo durante le ore diurne e per ragioni di sicurezza, sono accompagnate da un'altra imbarcazione per proteggerle dalle mine. Non ci sono restrizioni sul numero di navi autorizzate a navigare.
Delle esportazioni del grano ucraino parleranno venerdì il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan. Ma intanto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha chiesto che l'accordo sul grano sia rispettato integralmente, anche «la seconda parte», quella riguardante le esportazioni russe.
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