Nel 2020 il Governo messicano ha dichiarato guerra a uno dei più gravi problemi di salute pubblica, l'obesità che causa la morte di due messicani su cinque, uccisi da diabete e cardiopatie.
La decima nazione più popolosa al mondo, con quasi 130 milioni di abitanti, consuma più del triplo consentito in bevande zuccherate e cibi con grassi animali. Tacos, burritos ed enchilladas, assieme a una pingue lista di piatti fritti e dolci sono alimenti alla base della super dieta calorica di un messicano che detiene pure il record nel consumo di birra e alcol in America Latina.
Il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo, a capo del Movimiento Regeneración Nacional, un'associazione politica con anima populista e riformista nata dal basso, ma poco incisiva sui fatti chiave del Paese, la scorsa estate ha finanziato una maxi campagna contro la comida chatarra, il cibo spazzatura che tanto piace alla sua gente, soprattutto ai bambini: un minore su quattro è obeso e tre su cinque sono in sovrappeso. Bimbi ciccioni che saranno in seguito adulti ciccioni.
Così Obrador ha proposto di vietare i fast-food a chi ha meno di diciassette anni, chiedendo anche l'aumento del venti per cento del prezzo delle bevande super caloriche. Una decisione storica.
Tuttavia su trentuno stati che compongono il Messico, soltanto una dozzina ha seguito le indicazioni del presidente. Lo scorso agosto il parlamento dello Stato di Oaxaca, nel Sud del Paese, ha vietato la vendita e la distribuzione ai minorenni di bibite e alimenti ad alto contenuto calorico. Una rivoluzione che ha scatenato la protesta di fast-food e aziende produttrici di bevande gassate. Ma l'obesità in Messico è una tendenza che comincia in età molto giovane e i minorenni hanno più probabilità di essere in sovrappeso od obesi rispetto alla media dei bambini dei Paesi Ocse: rispettivamente il 37,7 per cento e il 31,4. Secondo l'Unicef l'otto per cento dei minori messicani di cinque anni è già obeso.
E gli adulti, come accennato, stanno peggio. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) denuncia che nel 2020 il Paese latino occupa il secondo posto a livello globale per obesità in età adulta: il 70 per cento degli adulti ha chili di troppo o è obeso. È un dramma per il servizio sanitario nazionale. E una vergogna per la polizia popolata da agenti talmente appesantiti dai loro abusi alimentari che rinunciano a correre dietro ai criminali. Dopo una ricerca del ministero della Salute, infatti, è emerso che gli agenti devono correre ai ripari per non finire in ospedale. Soltanto nella capitale su 4.279 poliziotti in servizio, 2.453, più della metà, è in sovrappeso e più di ottocento clinicamente obesi. Un'immagine brutta e ridicola per un Paese che è in cima alla classifica mondiale di rapine, rapimenti a omicidi. Così a Città del Messico hanno deciso: da fine anno è in vigore un piano inedito per tagliare drasticamente i chili in eccesso degli agenti. Nunca mas! ha strillato Obrador, basta con la ciccia, dando il via a un'operazione diabolica che prevede sanzioni e tagli allo stipendio di chi non taglia i chili dal suo girovita.
Dietro all'innocuo nome del programma, Oficiales de policía saludable, Poliziotti in salute, il ministero degli Interni assieme al dicastero della Salute ha pensato a una dieta di massimo 1.200 calorie seguita da due ore al giorno di attività fisica con esercizi aerobici in prevalenza. E per incentivare la volontà degli agenti, Obrador ha aperto il portafoglio di Stato: chi riesce a sbarazzarsi della ciccia, producendo un dimagrimento mensile costante, riceverà un premio pari al trenta per cento dello stipendio (il salario è 800 euro). Meno chili, più soldi. Mentre per coloro, invece, che non otterranno risultati visibili, allora il ministero gli taglierà senza pietà lo stipendio fino a un massimo del venti per cento. Una minaccia reale che ha messo sul piede di guerra il principale sindacato dei poliziotti.
D'altra parte la sempre più crescente obesità impone scelte drastiche. «Il programma prevede il potenziamento delle capacità fisiche e muscolari si legge nel bollettino ufficiale emanato dalla Segreteria di Sicurezza cittadina e il miglioramento delle abitudini alimentari e dello stile di vita dei poliziotti». Ogni quattro mesi, gli agenti saranno pesati e, quindi premiati o sanzionati.
E non solo gli oficiales sono finiti sotto la forbice taglia chili di Obrador. Anche nelle caserme militari ci sono soldati in difficoltà ad abbottonarsi i pantaloni, tanto più che il sessanta per cento di loro è impiegato a combattere il narcotraffico, una guerra che in Messico, soltanto nel 2020, ha ucciso quasi 30mila tra civili, militari e narcos. Le truppe impiegate, quindi, devono essere al meglio della forma perché, attualmente, su cento soldati, cinquantasei sono in sovrappeso e tra questi una dozzina a rischio obesità. Una follia cui bisognerà porre rimedio.
Troppi zuccheri, troppi grassi animali. La causa è l'eccessiva produzione di cibo spazzatura offerto in proporzioni selvagge, tanto che il diabete è la seconda causa di morte tra gli adulti. Quando si entra in un qualsiasi negozio di alimenti a Guadalajara o a Monterrey, i primi prodotti a portata di mano sono patatine di ogni genere, merendine ipercaloriche, dolciumi e barre di cioccolata.
«È evidente che è lo stesso mercato a provocare i problemi di salute pubblica», aveva dichiarato il presidente Obrador, poco prima di Natale, invitando i messicani alla moderazione a tavola. Ma per l'industria alimentare il cibo spazzatura è essenziale, muove enormi guadagni e alcuni colossi dolciari messicani superano il fatturato di molte aziende statunitensi e finiscono per acquisirle.
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