Porta ai carabinieri una bomba in braccio

Un pensionato la trova nel suo orto e dice: «Tranquilli, non esplode»

Franco Sala

Da giovane, parecchi anni fa, era un buon soldato, a suo dire, e anche un esperto di bombe. Così ieri l’uomo, 78 primavere sulle spalle, stava lavorando l’orto alla periferia di Limbiate: vanga e zappa per sistemare insalata e carote. Poi la sorpresa, ha colpito un corpo metallico. Un pezzo di ferro finito casualmente tra la verdura? Si è chiesto. Niente affatto, il pensionato con la zappa ha colpito una bomba da mortaio calibro centoventi. Un residuato bellico rimasto da sessant’anni sotto uno strato di terra che poteva anche esplodere. Cosa si fa in questi casi? Quasi tutti avvertirebbero subito i carabinieri, chiamerebbero gli artificieri. Quasi tutti, ma non il pensionato che ha indossato l’uniforme grigioverde del Regio Esercito proprio durante la seconda guerra mondiale. Lui se ne intende, di bombe. Nessun problema, prende in «braccio» l’ordigno, come fosse una grossa melanzana, apre il bagagliaio della sua Fiat Tipo, lo ripone nel bagagliaio, si mette al volante e parte verso la caserma dei carabinieri di Limbiate. Percorre quattro o cinque chilometri. La bomba da 120, se per disgrazia esplode fa una strage ma fortunatamente decide di stare “buona” ancora per qualche tempo. L’uomo arriva davanti alla caserma, suona il campanello e con l’ordigno in braccio dice: «Maresciallo ho trovato questa bomba ve la consegno». I carabinieri restano esterrefatti: ne hanno viste tante, ma questa sembra incredibile.

«State tranquilli, sono un vecchio soldato questa non esplode», assicura. Sarà, ma i carabinieri depositano con cura l’ordigno nel cortile e chiamano gli artificieri del reggimento guastatori di Cremona. I veri esperti. Il pensionato? Se la cava con una ramanzina.

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