Potenza, il caso Claps: il dna dell'assassino è sotto le unghie di Elisa

Trovati sotto le unghie frammenti di pelle: la vittima probabilmente graffiò il suo carnefice tentando di difendersi Il sospettato numero uno resta Danilo Restivo. Ma secondo la polizia qualcuno aiutò l’omicida a nascondere il cadavere

Potenza, il caso Claps: 
il dna dell'assassino 
è sotto le unghie di Elisa

L’assassino non ha agito da solo. E potrebbe aver lasciato tracce decisive per le indagini, come i minuscoli frammenti di pelle trovati sotto le unghie della vittima. Sono questi i nuovi elementi che con il passare delle ore affiorano dall’inchiesta sull’omicidio di Elisa Claps, scomparsa il 12 settembre del ’93, un destino spezzato quando lei, sedicenne, una domenica uscì di casa per raggiungere la chiesa della Santissima Trinità di Potenza, là dove giovedì scorso è stato trovato il suo corpo mummificato dopo diciassette anni scanditi da ipotesi, sospetti, false piste, qualche mezza verità e tante bugie.

Gli investigatori si mantengono cauti, ma ritengono probabile che il killer abbia avuto un complice, almeno nella fase dell’occultamento del cadavere, sistemato nell’angolo di un’intercapedine del sottotetto della canonica, dove adesso gli esperti della polizia scientifica non tralasciano alcun particolare e tentano di raccogliere tasselli che potrebbero rivelarsi importanti in un mosaico ancora in gran parte da costruire. I dubbi si accavallano, anche perché il luogo del ritrovamento non è facile da raggiungere: bisogna infilarsi in un cunicolo che conduce al sottotetto attraverso una porta di legno; inoltre la posizione del cadavere, rannicchiato nell’intercapedine, lascia pensare che il corpo sia stato trascinato là dentro da almeno due persone. Per il momento si tratta di ipotesi, che però sembrano prendere consistenza in questa fase mentre si attende l’esito dell’autopsia, che sarà eseguita martedì prossimo dal professor Francesco Introna, dell’istituto di medicina legale dell’Università di Bari.

Secondo quanto emerso finora, sul corpo di Elisa Claps non ci sono segni evidenti che possano chiarire le modalità dell’omicidio. I risultati dell’autopsia e degli esami istologici saranno consegnati nei prossimi 30 giorni alla Procura di Salerno, che conduce l’inchiesta sulla tragica fine della ragazza. E una svolta potrebbe arrivare proprio dagli accertamenti sui frammenti di pelle individuati sotto le unghie della vittima, minuscole particelle che a distanza di 17 anni potrebbero rivelarsi decisive per inchiodare l’assassino. Probabilmente la ragazza lottò per difendersi dal suo carnefice.

Nel frattempo, rimangono gli interrogativi. Compresi quelli che riguardano il mancato ritrovamento del corpo per così tanto tempo. In quell’edificio, infatti, sono stati eseguiti più volte lavori: nel ’96 è stata effettuata un’operazione di consolidamento della chiesa e un anno dopo sono stati fatti altri interventi, ma nessuno si è mai accorto di niente. Eppure, all’operaio che mercoledì scorso è entrato nell’intercapedine per la ristrutturazione del tetto è stata sufficiente la luce di un telefonino per accorgersi del cadavere. In quella chiesa la polizia era entrata già due anni fa, ma ispezionò i sotterranei; furono eseguite verifiche con il luminol per rilevare eventuali tracce di sangue e fu utilizzato un apparecchio per controllare il sottosuolo. Ma non fu trovato nulla.

Per il momento l’unico indagato dell’inchiesta rimane Danilo Restivo. Lui, 38 anni, l’ultimo ad aver incontrato Elisa Claps, da tempo si è trasferito in Inghilterra e vive in una delle tante case basse con giardino e vialetto che si affacciano sulle strade di Charminster, silenzioso quartiere di Bournemouth, cittadina costiera nella regione del Dorset. Qui Restivo fu più volte interrogato nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Heather Barnett, uccisa e mutilata nella sua abitazione otto anni fa. Tra detective italiani e inglesi è stata avviata una collaborazione. «Noi continuiamo – è precisato in una nota della polizia del Dorset – a essere in contatto con la polizia italiana e altre autorità e continueremo ad aiutarli se, e quando, ce lo chiederanno». Restivo ha sempre respinto tutte le accuse, ma anche gli investigatori britannici seguono con estrema attenzione gli sviluppi delle indagini in Basilicata e attendono i risultati degli accertamenti.

E ieri a Potenza gli esperti della Scientifica hanno eseguito altri rilievi nella chiesa della Santissima Trinità, che rimarrà chiusa al culto e al pubblico per almeno una settimana, come annunciato dalla curia arcivescovile.

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