«Prodi non cancellerà conquiste di 40 anni fa»

da Roma

Tassisti «arrabbiati» e con propositi bellicosi. Al punto che terminata in mattinata l’assemblea della categoria all’aeroporto di Fiumicino, è difficile anche per i rappresentanti sindacali «dominare la protesta». «C’è tanta rabbia - racconta Loreno Bittarelli, presidente dell’Uri (Unione radiotaxi italiana) - e anche se durante la riunione abbiamo invitato tutti a riprendere il servizio, molti hanno detto di non essere d’accordo». Insomma, «la situazione sta sfuggendo di mano, perché c’è una consultazione continua». «Non credo - spiega Bittarelli - che la mobilitazione si riesca a fermare. Anzi, qui parlano di bloccare il raccordo anulare...».
La protesta contro il pacchetto Bersani, dunque, resta durissima. Al punto che quando Bittarelli sollecita i suoi colleghi a «tornare al lavoro» viene sommerso di fischi. «Comprensibile», spiega il diretto interessato al Giornale, «perché una cosa simile non si era mai vista». «Il decreto del governo - spiega il presidente dell’Uri - va nella direzione dei grandi gruppi industriali e contro i tassisti». Colpa soprattutto della volontà di «togliere il divieto di cumulo delle licenze», che è la questione «che crea più disagi». Bittarelli fa un passo indietro e torna agli anni Sessanta, quando «il servizio taxi era gestito dagli industriali e i tassisti erano soltanto dei dipendenti». «Fu la sinistra - racconta - a fare la battaglia per il divieto di cumulo facendoci diventare degli imprenditori in proprio». È soprattutto per questo che il presidente dell’Unione radiotaxi italiana si dice «meravigliato», perché «oggi è proprio un governo di sinistra che ci riporta indietro di quarant’anni». Un comportamento decisamente diverso da quello dell’esecutivo Berlusconi che «ha sempre salvaguardato i nostri interessi».
Invece - accusa Bittarelli, tassista del “3570” di Roma - «questo governo ha deciso di fare gli interessi dei grandi gruppi industriali». A chi si riferisce? «La Fiat - spiega - ha da poco costituito “Fiat Autotrasporti”. Non sappiamo quale sia lo scopo di questa neonata società, ma siamo molto preoccupati...». Tanto preoccupati da appellarsi al presidente della Repubblica «affinché non firmi il decreto in attesa che la categoria venga ricevuta dal ministro Bersani o dal governo per un confronto». «La situazione - dice ancora Bittarelli - sta diventando insostenibile: considerano la nostra categoria il problema dell’economia italiana e siamo accusati di essere responsabili di tutte le disfunzioni del servizio.

Per questo rivolgo un appello a Napolitano perché oggi non firmi il decreto».
E domani, annuncia Bittarelli, «ci sarà una vera e propria “marcia su Roma” da parte dei tassisti di tutta Italia, da Nord a Sud, in vista dello sciopero nazionale in programma per l’11 luglio».

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