"La produzione industriale italiana è quasi ferma ai livelli dell’estate 2010 (+0,1% la crescita media mensile da luglio 2010 a marzo 2011) e dista dal massimo pre crisi ancora molto (-17,5%), avendo recuperato l’11,8% dal marzo 2009". È quanto sostiene il Centro studi di Confindustria che pubblica oggi un rapporto sugli effetti della crisi, materie prime e rilancio manifatturierò. "La fase di recupero, avviata nel secondo trimestre del 2009, si è intensificata nel primo semestre del 2010 e ha poi frenato in Italia, evidenziando una graduale divergenza che si è ampliata a partire dall’autunno del 2010", si legge nell’analisi.
"La crisi ha cambiato la mappa planetaria dell’industria manifatturiera" e in questo quadro dal 2007 al 2010 "l’Italia è rimasta schiacciata tra recessione violenta e ripresa lenta" ed è scesa "dal quinto al settimo posto al mondo". È l’analisi del Centro studi di Confindustria che oggi presenta il rapporto ’Effetti della crisi, materie prime e rilancio manifatturiero. Le strategie di sviluppo delle imprese italianè. "La crisi ha provocato delle conseguenze molto pesanti. In tre anni è successo ciò che sarebbe accaduto in un periodo più lungo", ha detto il direttore del Centro studi, Luca Paolazzi. "Siamo in presenza di una svolta storica, preparata e anticipata dai trend del decennio precedente. Le variazioni delle quote sulla produzione globale la tesimonano", ha aggiunto.
Tra il 2007 e il 2010 i paesi emergenti asiatici hanno conquistato 8,9 punti percentuali e sono saliti al 29,7% sul valore della produzione industriale mondiale. La sola Cina, spiega lo studio, "è al 21,7 (+7,6%) ed è ora saldamente prima", mentre il nostro Paese cala nella classifica mondiale ma resta al secondo posto in Europa dietro la Germania.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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