Milano - La soluzioni per i precari della scuola è in arrivo. Lo ha annunciato il ministro Mariastella Gelmini durante una conferenza stampa a palazzo Chigi: "Il Consiglio dei Ministri di oggi ha proposto la realizzazione di una norma di legge, stiamo valutando se in un decreto legge ad hoc piuttosto che nel decreto Ronchi, che si occupa dei supplenti annuali, cioè di quelli che non avranno confermata la presenza durante questo anno scolastico". Ai docenti che quest'anno resteranno senza lavoro spetterà non solo l'indennità di disoccupazione, ma anche l'accesso a supplenze brevi e a lezioni di sostegno per i ragazzi in difficoltà. Una sorta di “contratto di disponibilità” che utilizzerà un mix di risorse (Inps, Welfare, Regioni) per sostenere il reddito e la permanenza nel lavoro. Diverse Regioni hanno dato la loro disponibilità (Sardegna, Sicilia, Puglia, Campania, Abruzzo, Marche, Basilicata) e con altre (come l’Emilia Romagna e il Lazio) sarebbero a buon punto le trattative.
Intanto le proteste non si placano Ma per ora i docenti restano in piazza. A Milano hanno iniziato martedì primo settembre alle 10 del mattino con un ombrellone colorato, l’erba che ricopre un piccolo slargo e alcuni ragazzi seduti a terra con le gambe incrociate. Poi col passare delle ore e dei giorni, sono arrivate le tende e i viveri. In via Ripamonti, la protesta con tanto di megafoni ha come protagonisti i docenti precari del coordinamento “3 ottobre”, sceso in piazza con le catene ai polsi, davanti all’ ingresso dell’ufficio scolastico provinciale, in segno di protesta contro quello che chiamano "un licenziamento di massa".
I dati lombardi e le alternative della Regione Il nuovo anno scolastico in Lombardia si aprirà, dicono i sindacati, con un aumento di studenti pari a 11.568 unità e con quasi 5mila docenti (per la precisione 4.874) e 1.835 tra collaboratori scolastici, segretari, tecnici e amministrativi in meno. A questi numeri vanno sommati anche i 2.041 precari annuali che quest’anno non troveranno lavoro. Ma le cifre non sono ancora certe e le convocazioni degli insegnanti stanno andando avanti. Invita alla cautela l’assessore all’Istruzione della regione Lombardia Gianni Rossoni: “Lavoreremo a misure alternative per i docenti che non troveranno lavoro, ma ancora è presto per dare i dettagli: è necessario in primo luogo aspettare il termine delle convocazioni dei docenti, poi capire il target dei disoccupati e infine parlare delle misure alternative, posto che la maggior parte di loro gode comunque dell’indennità di disoccupazione che prevede il 60% dello stipendio percepito nell’anno precedente per i primi 6 mesi di mancato lavoro e poi il 50% per i successivi due mesi, fino all’ottavo. In Lombardia, comunque, avvieremo percorsi che non saranno solo assistenziali”.
Tutto lo Stivale è in fermento Lungo tutto lo Stivale, intanto, da Napoli, a Caserta, a Trapani aumentano le proteste e i presìdi, con lavoratori disperati che con il procedere dei giorni e con la chiamata che non arriva, prendono coscienza del lavoro che quest’anno probabilmente non ci sarà. Ci sono stati insegnanti romani in mutande, davanti al liceo scientifico Newton, una delle 8 scuola polo della Capitale nella quale vengono assegnate le cattedre. A Catania è arrivata anche l’occupazione dell’ufficio scolastico provinciale, a Benevento si sale sui tetti, a Palermo è sciopero della fame anche oggi. Ma sulle cifre è battaglia tra viale Trastevere e sindacati. A sentire questi ultimi i docenti precari che resteranno a casa dovrebbero essere in tutto 18 mila, circa 40 mila i posti lasciati liberi dai docenti andati in pensione, mentre i tagli ammontano a 57.368 posti. In totale mancano all'appello 17.530 posti per altrettanti precari che lavorano da anni nella speranza di essere immessi in ruolo. In questi giorni si sta procedendo alla convocazione dei supplenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (286mila in tutto). Non si sa ancora quanti di loro resteranno a casa. Pochissime invece le speranze per i 473mila iscritti nelle graduatorie d'istituto, quindi senza abilitazione, in lizza per la sicura disoccupazione.
Il ministero contesta le cifre: troppo alte Ma un comunicato del ministro dell'istruzione ha contestato le cifre circolate in questi giorni: “ I dati sono enormemente diversi”. Nel dettaglio: “La razionalizzazione del sistema scolastico ha riguardato 42mila unità di personale. Considerato però che quest’anno sono andati in pensione 32 mila docenti, in realtà si ferma a meno di 10 mila il numero di insegnanti non in ruolo a cui non sarà riconfermata la supplenza”. Ovviamente in disaccordo i sindacati, che, a loro dire, riprendono i numeri forniti dallo stesso ministro: “I dati da noi diffusi - ha replicato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima - non sono falsi, ma sono quelli forniti dal ministero ai tavoli di confronto e contenuti nella relazione che lo stesso ministero ha inviato al ministero dell’Economia”. I sindacati hanno già avvisato di essere pronti a mobilitarsi se non arriverà una proposta risolutiva e i Cobas hanno dato il via a un sit-in davanti al ministero.
A surriscaldare il clima è arrivato, infine, il Codacons che ha annunciato di aver denunciato il ministro Gelmini e i direttori scolastici regionali a 104 procure per interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazione delle norme sulla sicurezza delle classi che superano i 25 alunni. L’associazione di consumatori ha anche annunciato un mega ricorso collettivo contro i tagli degli organici.
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