Il Professore apre agli industriali: «Allargheremo il cuneo fiscale»

da Roma

Il taglio del cuneo fiscale - vero e proprio moloch della campagna elettorale prodiana - dovrà riguardare «una platea di aziende la più larga possibile». È lo stesso presidente del Consiglio ad allargare il campo d’azione del cuneo, incontrando a Palazzo Madama i senatori dell’Unione. Non mancheranno nel provvedimento alcuni elementi di selettività a favore delle aziende che assumono lavoratori a tempo indeterminato, tuttavia l’obiettivo del governo è quello di rendere la norma «la più semplice e quindi la più generalistica possibile». Certo, più vasta è la platea delle aziende, maggiore è il costo del provvedimento: finora si era parlato di circa 9 miliardi di euro, su un totale di 15 miliardi destinati dalla manovra allo sviluppo economico.
Dunque, a prendere per buone le parole di Prodi, il cuneo potrebbe essere meno selettivo di quanto si pensasse finora. Per esempio potrebbero rientrarvi le aziende bancarie, che sembravano escluse dal beneficio. Sembra anche scemare la differenziazione molto ampia fra le imprese che operano al Nord e quelle del Mezzogiorno. «Non è con una forte differenziazione fra Nord e Sud nel taglio del cuneo fiscale che si risolvono i problemi del Mezzogiorno», spiega il premier alla settantina di senatori dell’Ulivo presenti all’incontro. Sollecitato da Andrea Manzella, Prodi aggiunge che, per il Sud, il governo esplorerà le possibilità di norme fiscali di vantaggio: «Anche se non è la soluzione di tutti i problemi, è uno spazio entro cui possiamo lavorare», così come il credito d’imposta.
Parlando con i parlamentari, Prodi si mantiene sul vago, non entra nel dettaglio della manovra che il Consiglio dei ministri approverà venerdì. Conferma la cifra di 30 miliardi di euro, e ribadisce l’impegno del governo a raggiungere alla fine del 2007 un deficit al 2,8 per cento del prodotto interno lordo, come chiede Bruxelles. Nel merito della finanziaria, nessun accenno a tagli alla previdenza. «Pensioni? La parola non è stata nominata», assicura il premier, quasi a tranquillizzare chi, nella maggioranza e nel sindacato, non vuole sentir parlare di pensioni nella finanziaria. Prodi insiste invece sull’obiettivo dello sviluppo, rispondendo a Luca di Montezemolo che poche ore prima, parlando ad Imperia, aveva sollecitato il governo a non pensare soltanto ai tagli di spesa, ma allo sviluppo. «Bisogna trovare le risorse per gli investimenti», sollecitava il presidente della Confindustria. E, a ben vedere, la stessa apertura di Prodi sul cuneo fiscale «allargato» sembra un passo verso la Confindustria, che aveva più volte detto «no» a una eccessiva selettività nel beneficio, e richiesto sgravi fiscali. «Sono presidente della Confindustria dal maggio 2004, ho sempre sentito parlare di abbattimento dell’Irap, ma non l’ha fatto ancora nessuno», ha ricordato polemicamente Montezemolo.
A Prodi, i senatori dell’Ulivo hanno chiesto un testo «non blindato» della finanziaria. «Occorre parlarne prima, in modo che l’impianto finale sia condiviso, soprattutto al Senato vista l’esiguità dei numeri sui quali può contare la maggioranza», spiega il capogruppo a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro. Prodi incontrerà giovedì, alla vigilia del Consiglio dei ministri, i capigruppo della maggioranza alla Camera e al Senato.

«Bisogna mantenere alta la guardia sui tagli di spesa, evitando l’assalto alla diligenza», spiega il presidente del Consiglio, perché la finanziaria «non può essere una manovra caratterizzata soltanto da nuove entrate». Anche perché troverebbe in Parlamento un’opposizione di centrodestra pronta a fare le barricate.

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