Quel Puccini gaucho del West

Un tesoro da cui riemerge il fratello minore Michele, emigrato in Argentina

Quel Puccini gaucho del West
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La Fondazione Simonetta Puccini ha curato nel 2023 la pubblicazione delle lettere di Giacomo Puccini ai suoi familiari e amici, Caro Mi'ele. Il carteggio fra Michele e Giacomo Puccini (pagg. 186, euro 35, a cura di Ivano Bettin). Un tesoro da cui riemerge il fratello minore Michele (nella foto), emigrato in Argentina: «Saran paesi barbari ma almeno qui non si lotta con la vita (...) ho sempre soldi per le tasche non mi manca nulla neanche la fia». Era la liberazione dalla povertà vissuta a Milano da studenti del Conservatorio («ti ricordi i patimenti per le scarpe a Milano, ora poi ne ho 5 paia di pelle affibbiate (...) e poi ci ho la serva in casa (...) me l'ha regalata un signore di qui, sai qui si regalano le ragazze come schiave. E un ti par nulla!!!»). Ma da Buenos Aires fugge quasi subito per evitare l'ennesima crisi per insolvibilità nella regione nord-occidentale del Jujuy. Diligenza impantanata, dorso di mule, bivacco notturno con assalto di banditi cacciati a revolverate. Mi'ele s'accasa: prende tre stipendi; è l'amante della donna più ricca del paese. Ma il marito era vendicativo: sfida a duello e fuga di Mi'ele a San Paolo del Brasile, dove la febbre gialla lo uccide a 26 anni. Al fratello lascia il suo orologio.

Il sogno della fortuna in quella Merica amara per gli emigrati lucchesi lo realizzerà vent'anni dopo Giacomo con La fanciulla del West, l'opera western che i gringos americani pagarono a peso d'oro al più famoso operista del tempo.

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