Quando l’alba in porto diventa un acquerello

Quando l’alba in porto diventa un acquerello

È l'alba nel porto di Genova: un giorno qualsiasi, del 1915, diventa nelle mani di Aurelio Craffonara (Gallarate, 1875 - Genova, 1945) lo spunto per un raffinato acquerello. Sullo sfondo, inconfondibile, la Lanterna, davanti alla quale si consuma il lavoro, già allora frenetico, intorno ad una nave appena giunta da chissà quali luoghi lontani. Una scena immediata, scandita da quella luce immateriale che è la cifra distintiva di Craffonara, già allievo di Tammar Luxoro all'Accademia Ligustica e maestro nell'indagare la natura e i suoi silenzi con tagli inediti e rapidi tratti. «Nel porto di Genova» è una delle circa sessanta opere che danno corpo alla cinquantaquattresima mostra «Maestri Liguri fra Ottocento e Novecento», alla Galleria Arte Casa (Via Pammatone 7/9 rosso, Genova) dal 12 al 27 maggio. L'esposizione, con catalogo ragionato a cura di G. Paganelli e T. Pelizza, è una nuova tappa del percorso intrapreso dalla galleria, volto a promuovere la conoscenza degli artisti liguri tra il 1830 e gli anni quaranta del '900 con mostre personali, collettive e pubblicazioni.
E come il termine «liguri» abbraccia sia artisti nati nella regione sia quanti, numerosissimi, l'hanno eletta a meta privilegiata o a dimora, l'arte «ligure» ha varcato spesso e volentieri i confini regionali, conquistando l'attenzione d'importanti collezioni pubbliche e private. Dei desideri e degli umori della vita tra otto e novecento, la pittura è stata certamente testimone e, non di rado, anticipatrice: ed ecco, in mostra, a fare da contrappunto alla levità dell'acquerello di Craffonara, un inedito dipinto en plein air di Pietro Gaudenzi (Genova, 1880 - Roma, 1955) del 1930. Il tratto, intenso e materico, crea un'immediata similitudine tra la dolce bellezza di una giovane donna e lo splendore di fronde e fiori. D'altronde, l'altera natura ligure è stata costante motivo di riflessione e d'indagine per moltissimi artisti, da Merello a Saccorotti a Salietti, le cui opere permettono di ritessere le fila dell'affermarsi di nuove esigenze espressive.


In mostra non manca Antonio Schiaffino (Genova, 1879-1968) allievo di Viazzi e Quinzio all'Accademia e poi di casa nello studio di Pennasilico, con un dipinto del 1939, uno scorcio di terrazzo ove il tratto essenziale si accende nella luminosa vivacità del colore. E, ancora, un gruppo di «Giovani Calciatori» del '13 di Cominetti, una selezione di quattro acquerelli di Raimondi e opere di Baghino, Maragliano, Peluzzi, Perissinotti, Zandrino e molti altri.

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