Quei cattolici rossi pronti a farsi fregare

I vertici dell’ala cristiana del centrosinistra appoggiano Pisapia a Milano. Accecati dall’odio per Berlusconi, sostengono un candidato che, una volta al Comune, umilierebbe con leggi e delibere i valori in cui credono

Quei cattolici rossi 
pronti a farsi fregare

Laudato sii, o mio Pisapia. I frati­celli del convento rosibindi&C hanno scritto il loro Cantico delle creature rifondarole. E si sono alla fine schierati apertamente a fian­co del candidato della sinistra estrema, quello che da sempre so­stiene unioni gay, aborto ed euta­nasia. I valori cristiani possono aspettare, l’antiberlusconismo, evidentemente, no: pur di dare una botta al Cavaliere, i cattolici Dio&bandiera rossa non esitano a dare una botta anche ai precetti del catechismo. Uccidere? Ma sì, dai, un po’ si può. Purché muoia anche la giunta Mo-ratti.

Del resto se Parigi vale una messa, il Comune di Milano non varrà almeno una confessione? La tentazione era già nell’aria. Lo ricorderete. Nel sabato preelettorale la diocesi di Milano aveva pensato bene di lanciare un richiamo alla città, secondo il noto Vangelo di Repubblica : andate e predicate il rispetto del silenzio elettorale. Il quotidiano debenedettiano temeva un discorso di Berlusconi alla festa del Milan, il vicario episcopale ritenne di dover intervenire, suscitando qualche perplessità: il rispetto del voto amministrativo è un tema importante, per carità. Ma davvero è prioritario per la Chiesa? Davvero nostro Signore si preoccupava dei regolamenti del seggio più che della salvezza delle anime? Davvero, più che buoni pastori, chiedeva di essere buoni scrutatori? Da qualche tempo sul sagratodel Duomo si ha l’impressione che possa succedere di tutto: bivacchi di musulmani, preghiere alla Mecca, consacrazioni islamiche. Purché non parli Berlusconi alla festa del Milan, si capisce.

Quello è un vero peccato. Ieri un gruppo di cattolici di sinistra, tutti molto vicini alla Curia, ha scelto di uscire allo scoperto. Da Mariapia Garavaglia (indimenticata ministro della Sanità Dc) a Lino Duilio, da Franco Monaco a Patrizia Toia, tutto l’establishment dei compagnucci di Dio si è apertamente schierato al fianco di Pisapia perché dicono «è l’unico in grado di garantire il rispetto delle diverse culture». Per non farsi mancare niente, da Roma, monsignor Domenico Mogavero, responsabile Cei per gli affari giuridici, ha tenuto a far sapere che, in vista del ballottaggio di Milano,non«c’è nessun pericolo islamizzazione » (tradotto: i cattolici possono appoggiare Pisapia e i suoi progetti di moschea). E il candidato di centro-sinistra, commosso da cotanto convinto sostegno è andato alle Acli a sciogliersi in salamelecchi nei confronti dei cattolici, manco fossero degli immigrati musulmani: «Avere il vostro sostegno- ha detto - è fondamentale. Mi tranquillizza e mi rassicura ». Amen. E così, in un batter d’occhio, il gioco è fatto: il mullah Pisapia, debitamente rassicurato, è subito diventato Gran Sacerdote, l’amico degli islamici si è trasformato in un fratello di fede, l’ex amico dei rivoluzionari è un compagno devoto.

In nome del padre, del figlio e dei centri sociali: così il pensiero debole delle parrocchie si è fatto ancora una volta conquistare dall’uomo che viene da lontano. Solo perché fa finta di essere buono, e intanto morde Berlusconi. A certi cattolici, del resto, basta poco: appena trovano uno che mette in croce il Cavaliere lo eleggono subito a loro Papa, foss’anche un incrocio tra Attila, Barbablù e Ponzio Pilato. Non importa. Peccato però che, così facendo, finiscono costantemente per farsi del male. Per danneggiare ciò in cui credono. Per appoggiare chi considera i valori del cristianesimo un reperto del Medioevo. Peccato che, così facendo, diventano sostenitori dei gay pride e delle unioni omosessua-li, e favoriscono lo sfascio della famiglia tradizionale e le leggi pro-transgender, l’eutanasia e il suicidio assistito, le camere del buco, la droga libera e la pratica dell’aborto su larga scala, come metodo contraccettivo.

Era già successo con il governo Prodi, succede di nuovo ora a Milano: possibile che l’esperienza non insegni mai nulla? Possibile che i compañeros di sagrestia siano disposti a sacrificare i veri valori del cristianesimo per nutrire l’odio nei confronti della Moratti o di Berlusconi? Voi direte: c’è di mezzo Ruby, c’è di mezzo il bunga bunga. Ma i valori cristiani non si difendono con i comportamenti nella propria camera da letto.

Lì, magistratura permettendo, ognuno fa quel che vuo-le, ne risponderà alla sua coscienza e al buon Dio. I valori cristiani si difendono con le leggi. Per questo la saggia e millenaria Chiesa ha sempre preferito un politico che pecca nel privato ma che difende i valori cristiani in pubblico, a un politico che è irreprensibile nel privato ma poi autorizza leggi contrarie alla morale. Sono le leggi contro l’uomo, la famiglia e la vita che portano alla sfascio le società, mica le feste private. Ieri,per esempio,sull’ Avvenire , quotidiano della Cei,c’era la lettera di un lettore di Milano, Ugo Apruzzese. Ricordava il contributo finanziario dato dal Comune di Milano, durante l’amministrazione Moratti, al Centro aiuto alla vita Mangiagalli, che in questi anni ha aiutato tante donne a non abortire. E sottolineava che, al contrario, il programma di Pisapia, pagina 20, al riguardo prevede solo la «corretta attuazione della legge 194 ». Per carità, osserva il lettore, «tutti noi vorremmo una corretta attuazione della legge 194 ma siamo sicuri che i sostenitori di Pisapia, tra cui gli ultrabortisti radicali, la intendano come alla Mangiagalli? Pensiamoci bene».

Ecco, appunto, pensiamoci bene.

Perché, in effetti, hanno ragione i rosibinderos a sostenere, nel loro documento di sostegno, che Pisapia garantisce il rispetto delle «diverse culture ». Ma resta un dubbio: oltre che le diverse culture, garantirà anche il rispetto della cultura cristiana? O quella la si può tranquillamente sacrificare sull’altare di Maometto e dei gay pride?

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