Quelli che Giovinco era uno scarso

Rispetto le opinioni di tutti, e certamente quella di Riccardo Signori qualche pagina più indietro, ma dovesse capitarmi di incontrare in questi giorni monsieur Blanc la prima cosa che gli domanderei sarebbe questa: «Ma perché cavolo vogliamo metterci in casa un pazzo come Cassano quando c'abbiamo già un fenomeno, e tra l'altro pure bravo ragazzo, come Giovinco?». Soprattutto dopo quello che la formichina atomica ha fatto vedere sabato sera contro il Bologna. A dire il vero, non è che la cosa mi abbia stupefatto più di tanto: di Sebastiano e della sua classe sopraffina, nonché delle sue enormi potenzialità, il sottoscritto se n'era già accorto tre anni fa, quando il ragazzo militava ancora tra le file della primavera bianconera. Lo feci presente in tv pure l'anno successivo, e l'anno dopo ancora (non racconto balle: è tutto archiviato a Telelombardia) ma purtroppo predicavo nel deserto: allora l'attenzione dei media era tutta concentrata su Pato e Balotelli. Un disinteresse generale motivato, tra l'altro, con la giustificazione che «non ha il fisico», come se Maradona e Messi fossero dei ciclopi. A tutti costoro è dedicata la sensazionale performance della formichina contro il Bologna: gol, assist, giocate à gogo.

Uno show tutto in salsa italiana, che non è poco di questi tempi. Fossi un interista, in prospettiva 18 aprile inizierei a preoccuparmi: le formiche nere sono innocue, quelle bianconere un po' meno. Eppoi, Davide lo tirò giù quel maracantonio di Golia, no?

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