da Roma
Avverte senza mezzi termini che le cose non possono andare avanti così, e lancia una possibile via duscita per mandare avanti i lavori del Senato dove ormai il centrosinistra è perennemente sullorlo di una crisi di nervi. Anna Finocchiaro, senatrice catanese, capogruppo del gruppo dellUlivo a Palazzo Madama, attraverso unintervista domenicale sulle pagine de Il Corriere della Sera, manda a dire, innanzitutto ai suoi, che bisogna «trovare unintesa bipartisan così da modificare il metodo di lavoro parlamentare». E per evitare che il Senato «diventi un pantano» bisogna concentrarsi sulla sua funzionalità. La proposta è semplice: due settimane di lavori in commissione, che oggi sono soffocati dalle lungaggini daula, una settimana piena di lavori assembleari e la quarta a casa per fare politica sul territorio ma soprattutto per consentire ai senatori eletti allestero di tornare nei loro collegi. E lancia un appello allopposizione: «Una Camera che non produce e diventa il luogo dove le leggi si affossano, non è un bene per il paese» spiega aggiungendo che «in un bipolarismo adulto eventuali divergenze di singoli non dovrebbero essere considerate essenziali per la vita di un governo». Con evidente riferimento alle prossime battaglie, sui Dico e sullAfghanistan, la Finocchiaro sembra mettere le mani avanti su quello che succederà al Senato a partire dalla prossima settimana. «Certo cè un problema di organizzazione del lavoro parlamentare e su questo sono daccordo con la mia collega - ribatte Milziade Caprili di Rifondazione, vicepresidente del Senato - ma il problema politico rimane ed è grande come una casa».
Per Caprili bisogna intanto combattere lidea che per vincere serve lo stallo del Senato: «Se la maggioranza è compatta abbiamo dimostrato sino ad oggi di farcela, e in alcuni casi, come sulla legge sugli sfratti, abbiamo trovato un raccordo con pezzi di opposizione, con An in particolare. Non saranno scelte di tipo organizzativo a farci bypassare i problemi».
Ad accusare la Finocchiaro di voler far lavorare il Senato ancora meno è lex ministro Roberto Castelli, della Lega: «Una soluzione geniale: già il Senato lavora poco, con la sua proposta lavorerebbe ancora meno». Un no netto alle ipotesi di Anna Finocchiaro arriva da An, il cui presidente di gruppo Altero Matteoli ritiene queste proposte «irricevibili». «La collega Finocchiaro ha fatto autogol. In democrazia quando le maggioranze parlamentari vengono meno i governi cadono anche per un solo voto. Non serve riorganizzare i lavori daula». Matteoli si chiede anche il perché Fassino prima e ieri la Finocchiaro «abbiano cambiato radicalmente idea sul principio dellautosufficienza della maggioranza».
Dice no anche Francesco DOnofrio, capogruppo dellUdc: «Solo mettendo un bavaglio al Senato si può impedire la sconfitta del governo in aula, ma non credo che il bavaglio sia uno strumento compatibile con qualunque forma di democrazia moderna...».
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