Certo, le «attese». E come no, i «disagi», le «opinioni pubbliche lacerate», pure «le faglie profonde che attraversano le nostre società». Le risposte ai cittadini che la politica non sa più dare. Le guerre. Ma insomma, dice Sergio Mattarella, almeno qui ce la stiamo cavando, oltre alle ombre c'è qualche «luce» accesa. Prendiamo l'economia. «I dati dell'occupazione sono incoraggianti, anche se resistono aree di precarietà, salari bassi, cassa integrazione. L'export registra risultati positivi, e così il turismo, segno che il Paese esercita la sua forza di attrazione, al d là delle bellezze naturali e delle città d'arte».
Al dunque l'Italia, all'indomani della Finanziaria, piace anche agli investitori.
E prendiamo la sicurezza, «una preoccupazione reale nella vita dei cittadini». Ebbene, ecco altre buone notizie. «Dal rapporto Censis - ricorda il capo dello Stato - sulla base dei dati del ministero dell'Interno, risulta che dal 2013 al 2024 sono stati raggiunti traguardi significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti negli appartamenti». Bisogna perciò ringraziare le forze dell'ordine «presidio di libertà» e continuare a «dare sostegno alle vittime dei reati».
Mattarella parla poco più di un quarto d'ora, in piedi, con una scenografia minimalista: bandiere, albero di Natale, la fuga dei corridoi del Quirinale alle sue spalle. Parole di «speranza» che non vogliono nemmeno nascondere i problemi. Dalle carceri sovraffollate e disumane alle code negli ospedali, dai giovani che scappano e sui quali tocca impegnarsi di più, alle minacce dei giganti del web, dalle guerre alle morti sul lavoro, dalla disuguaglianza nord-sud alla violenza diffusa, fino al «deserto delle relazioni». Cita Giulia Cecchettin, la «lezione» di Sammy Basso, la prigionia nel carcere duro di Teheran di Cecilia Sala. «Sono ore di angoscia, le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto». E qui si pone il tema dei diritti umani, da difendere sempre, legato a quello del «valore della libera informazione: tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quanto avviene nelle sciagurate guerre al confine dell'Europa».
Ma nel rapporto annuale del presidente, sempre in chiaroscuro, c'è spazio per essere ottimisti. Si fa presto a dire patria, e non è solo una faccenda di bandiere e Olimpiadi. «Patriottismo è quello dei medici del pronto soccorso che svolgono la loro missione in condizioni difficili e rischiose. Quello degli insegnanti che si dedicano alla formazione dei ragazzi. Di chi fa impresa con responsabilità. Di chi lavora con professionalità. Dei volontari. Degli anziani che assicurano sostegno alle famiglie». E ancora, è un patriota chi «con origini in altri Paesi, ama l'Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi e con il suo lavoro arricchisce la nostra comunità». Si chiama integrazione. Serve «reciproca comprensione» perché non sia più solo una questione di ordine pubblico. «Ne dipende il nostro futuro».
Un futuro ovviamente condizionato da quanto accade in Ucraina e in Medio Oriente. Il presidente denuncia «la barbarie» a cui assistiamo, ricorda gli ostaggi presi da Hamas e le vittime civili in Palestina, e fa sue le parole del Papa che ha appena inaugurato il Giubileo. Pero, aggiunge, «la pace non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce altri Paesi». Questa è la linea italiana perseguita dal governo «con l'importante momento della presidenza del G7».
La chiave per superare «le faglie e le lacerazioni» all'estero come dentro casa nostra sta nel rispetto, parola dell'anno secondo la Treccani. Dialogo, ascolto, comprensione. Quante cose potrebbero funzionare meglio se i partiti, ferma restando la democratica differenza di opinioni, facessero sistema quando in ballo ci sono gli interessi nazionali. Invece ora la politica non sembra in grado di intercettare «le attese» delle persone, infatti l'astensionismo cresce. Ma bisogna partecipare, conclude, perché «speranza siamo noi».
Reazioni tutte positive. «Tocca i temi che stanno a cuore dei cittadini», dice Lorenzo Fontana. «Un messaggio chiaro sul patriottismo», aggiunge Ignazio La Russa.
Per Elly Schlein «Mattarella ricorda l'urgenza di costruire un Paese più giusto». Matteo Salvini apprezza «il richiamo alla pace e alle forze dell'ordine». E Antonio Tajani: «Dalla politica estera ai giovani, un discorso bellissimo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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