Va detto subito: la sinistra vuole la testa di Augusto Minzolini, costi quel che costi. Il direttore del Tg1 deve capitolare. Il vicepresidente della commissione Vigilanza, il pd Giorgio Merlo, parla di "problema ineludibile", mentre il senatore democratico Vincenzo Vita denuncia che la censura è arrivata anche al Gr1. Insomma, il servizio pubblico (quella brutta bestia sulle quali vorrebbe mettere le mani il profugo Michele Santoro) sarebbe comandato, gestito e manipolato dal governo. In realtà, il direttore generale della Rai Lorenza Lei pone un freno all'assalto della diligenza facendo notare che se si fanno le pulci alla Rai come servizio pubblico, allora la commissione dovrebbe mettere sotto la lente "tutte le testate", e non solo il Tg1. Tanto che anche il presidente di viale Mazzini, Paolo Garimberti, oggi è stato costretto ad ammettere: "Esiste un problema Tg3...".
Finalmente qualcuno se ne è accorto. Perché alle opposizioni che accusano il Tg1 di essere marcatamente sbilanciato a favore del premier Silvio Berlusconi e, più in generale, dell'esecutivo, qualcuno dovrebbe anche far notare che dai telegiornali ai programmi di informazione il giornalismo è marcatamente anti berlusconiano. La lista è lunga e noiosa, quindi è inutile farla. L'audizione di oggi pomeriggio in commisione è stata innescata dalla lettera del presidente della Camera Gianfranco Fini in cui puntava il dito su un servizio dell'edizione delle 13.30 del Tg1. A detta del leader "super partes" del Fli erano state espresse accuse al suo operato istituzionale.
"Il servizio pubblico è pluralismo e pluralista - ha spiegato la Lei durante l'audizione - il vero problema di fondo della Rai è riappropriarsi del servizio pubblico, e quindi l’informazione e più in generale del prodotto editoriale". Se l'intento di Fini era quello di colpire Minzolini, non c'è riuscito. Perché della televisione pubblica è emerso un quadro tutt'altro che sbilanciato a favore del centrodestra. Proprio per questo il capogruppo del Pdl Alessio Butti ha sfidato Garimberti chiedendogli se "abbia notato o meno la faziosità del Tg3". "C’è o no un problema pluralismo anche lì, oppure salta quel canale quando fa zapping? - ha chiesto, in modo provocatorio, l'esponente del Pdl - E' forse solo una nostra fissa questa del Tg3?". E qui la sorpresa. Perché Garimberti è stato cristallino: il problema esiste e l’ha ammesso. Non solo. Stando a quanto ha raccontato in commissione, ieri sera Garimberti avrebbe telefonato al direttore Bianca Berlinguer lamentando che "i lanci del Tg3 della sera prima non erano obiettivi".
Ad ogni modo sul caso Fini Garimberti ha accusato il Tg1 di aver mandato in onda "un servizio tendezioso per come era costruito, senza contraddittorio". Non solo. Garimberti ha bocciato anche l’editoriale di Minzolini: "Invece della replica, ha reiterato lo sbaglio".
Tuttavia, su questo tema la Lei non ha voluto rispondere preferendo rimandare il tutto nel caso in cui ci fosse un rivio a giudizio: "Mi riservo di valutare tutto quello che è necessario. Anche perché non ci sono casi analoghi ma solo similari".Resta il fatto che non attaccare il Cavaliere è ormai un reato. Tanto che se un telegiornale (come quello di Minzolini) non lo fa, viene linciato pesantemente.
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