Roma - Una «Cassazione à la carte», che «si fa dettare l’agenda dalla Rai», e che «decide incredibilmente di seguire tempi non propri», cioè quelli indicati «da una delle due parti in lite di questa causa civile di lavoro». Che poi è la causa del suo amico e datore di collaborazione Michele Santoro, che è l’altra parte in causa in quella causa. Accipicchia ma è proprio Marco Travaglio quello che fa lo shampoo alla suprema corte, come fossero dei burattini che decidono in base a logiche di potere? Sì, passaparola. Ohibò, la stessa tesi dei berluscones, qui sposata in pieno dal loro massimo accusatore, forse perché stavolta c’è di mezzo il caro Michele, e in fondo anche lui stesso, collaboratore di Annozero. Siamo su Current tv e alziamo l’audio perché non ci fidiamo delle nostre orecchie. Ma in effetti Travaglio sta dicendo proprio questo. In soldoni: la Cassazione ha favorito la Rai e sfavorito Santoro, anticipando di due anni, «incredibilmente », l’udienza sul ricorso dell’azienda contro la famosa sentenza di reintegro di Santoro. Questa corte «à la carte» (Santoro avrebbe dovuto avvalersi del legittimo sospetto?), spiega il vicedirettore del Fatto , ha seguito «tempi non propri», e invece di attendere la data fissata per la sentenza, cioè il 2013, l’ha spostata due anni avanti, impedendo a Santoro di «completare la legislatura».
A quel punto il conduttore - ci informa il suo centravanti di sfottimento - «annusa puzza di bruciato», «capisce che potrebbe esserci qualcosetta che non quadra», sì insomma che non c’è troppo da fidarsi di questi magistrati della Cassazione, noti comunisti pappa e ciccia con Mauro Masi e col cavallo di Viale Mazzini. Eh sì, ragiona codice alla mano l’avv. Travaglio, «basterebbe che la Cassazione cambiasse un punto e virgola della sentenza d’appello, magari annullandola con rinvio a un nuovo processo d’appello», uno degli innumerevoli trucchetti di queste toghe politicizzate, «perché la Rai abbia il pretesto per chiudere Annozero e tenere lì a bagnomaria Santoro e tutta la sua squadra senza fare niente, bloccati!». Come tenere «una Ferrari in garage» riassume Travaglio, in pieno slurp slurp. Di sfuggita il giornalista informa che ha la Rai ha saldato anche il conto con lui e Vauro, pagando tutte le puntate arretrate (si dice, ma sono rumors, 2mila lordi ciascuna per Travaglio e 1500 euro per il vignettista), e questo «per evitare una causa che sarebbe costata alla Rai molto più di quello che ci era dovuto ».
Il teorema su Santoro però è deboluccio. Gli stessi avvocati che hanno seguito la causa per Viale Mazzini erano piuttosto scettici sul possibile accoglimento del ricorso, che in Cassazione non può riguardare il merito (cioè l’assurdità, almeno secondo la Rai, di un conduttore «per legge» in prima serata) ma solo la correttezza formale della sentenza d’appello. Poi, l’anticipo della sentenza di due anni rispetto alla data fissata al 2013, che puzzerebbe «di bruciato», è prassi che si verifica spesso, «perché la corte quando può sveltire il processo lo fa, anche in base ad una recente riforma sull’ammissibilità del ricorso » spiega uno dei giuristi consultati da Viale Mazzini. Inoltre «non è affatto detto che la sentenza sarebbe stata depositata qualche giorno dopo, magari sarebbero passati 50 o 60 giorni». E quindi sembra dietrologia pura spiegare l’uscita di Santoro come l’effetto di un mezzo inciucio tra gli avvocati di Masi e la Cassazione, prevenuto da Santoro con la risoluzione del suo contratto. Che invece è stata una «proposta irrevocabile di risoluzione incentivata », cioè una iniziativa del giornalista che ha sfruttato l’incentivo (30 mensilità) offerto dall’azienda per chiudere il suo rapporto e fare altro.
Però dopo i capricci con La7, Santoro sta ripensando alla Rai. E in Rai c’è chi ripensa a lui. Il consigliere del Pd, Nino Rizzo Nervo, e pare anche il presidente Paolo Garimberti, hanno chiesto un parere del collegio sindacale Rai per verificare se l’atto del direttore generale (con cui ha transato col dipendente Santoro) non dovesse passare dal Cda. Lorenza Lei ha messo gli atti della transazione a disposizione del Consiglio, che oggi si riunisce anche su questo odg.
Se i sindaci diranno che toccava al Cda esprimersi, l’accordo su Santoro tornerà in Consiglio, ancora e di nuovo. Inaugurando così (ma è abbastanza improbabile, perché le competenze del dg sono chiare...) la fiction giudiziaria più duratura mai andata in onda in Rai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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