Raid Usa antiterroristi, Obama non è pentito: «Se serve, siamo pronti a rifarlo»

Il presidente americano alla vigilia del viaggio in Europa rivendica la validità dell'operazione «clandestina» che ha consentito l'assassinio di Osama bin Laden. «Nutriamo un grande rispetto per la sovranità del Pakistan, ma il nostro compito è quello di garantire la sicurezza»

Più che la morte del capo di al Qaeda, Osama bin Laden, parte del mondo islamico non ha digerito la modalità d'intervento delle forze speciali americane in un Paese straniero. Un'operazione definita «clandestina» dal governo di Islamabad, che ha suscitato risentimento nell'ambito della popolazione pachistana, già in maggior parte anti-americana.
Ma il presidente Barack Obama, anche a mente fredda, non nutre alcun pentimento. Lo rifarebbe subito: sarebbe pronto a ordinare un altro raid come quello in cui è stato ucciso Osama se necessario a fermare attacchi terroristici e manderebbe nuovamente soldati in Pakistan se venisse trovato un altro leader talebano. È quanto ha detto in un'intervista rilasciata alla Bbc. «Nutriamo un grande rispetto per la sovranità del Pakistan, ma il nostro compito è quello di garantire la sicurezza negli Stati Uniti», ha detto Obama. Il presidente Usa inizia domani una visita di sei giorni in Europa: andrà in Irlanda, Regno Unito e Polonia.
Prima della partenza, questa sua rivendicazione rivela la volontà di affermare con forza il diritto dei Paesi occidentali a preservare i diritti delle popolazioni e a difendersi dal terrorismo. «Non possiamo permettere che qualcuno che ha in programma di uccidere la nostra gente o i nostri alleati porti a termine i suoi piani senza che noi passiamo all'azione», ha continuato Barack Obama ai microfoni della trasmissione «Andrew Marr Show» della Bbc.
Il presidente Usa ha aggiunto che spera che il raid di Abbottabad sia «un punto di svolta dal quale iniziare un rapporto di cooperazione più effettiva con il Pakistan».

Infine Obama ha detto di «aver calcolato il rischio» prima di lanciare il raid e che, nonostante i Navy Seals fossero molto preparati, «non c'è dubbio che si sia trattato dei 40 minuti più lunghi da quando sono presidente».

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