Rapinatore mancato in libertà per lavorare

Rapinatore mancato in libertà per lavorare

Avviso importante per tutti i disoccupati, eventualmente anche cassintegrati: provate a rapinare una banca e, se non ci riuscite, potete sempre consolarvi con un posto di lavoro sicuro in un supermercato.
A incoraggiare le speranze in tal senso è intervenuta - chissà perché - un’interpretazione certamente malevola del parere del gip, il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Genova Letizia Califano, che, respingendo la richiesta di custodia cautelare del pubblico ministero, ha rimesso in libertà il trentaduenne pregiudicato e rapinatore (mancato) della filiale Carige di Voltri, per permettergli di iniziare un lavoro come commesso.
In fondo, giovedì scorso lui, poverino, è incappato in un infortunio: appena entrato nella bussola che immette nei locali della banca, si è alzato sul viso il collo del maglione, ha inforcato un paio di occhiali scuri e ha calzato dei guanti di ordinanza. Ma, ingenuo, non ha fatto caso che qualcuno, dall’interno - il solito curioso! - lo stava osservando.
Difatti un impiegato, insospettito, invece di continuare a lavorare - ne prenda nota il ministro Brunetta, a proposito di fannulloni, colpirne uno educarne cento! - s’è messo in testa di azionare il dispositivo di sicurezza che blocca l’apertura delle porte. E l’ha fatto davvero, incastrando quello che poteva anche essere un potenziale cliente.
All’arrivo dei carabinieri, il «prigioniero» è uscito fingendo noncuranza. È vero che per terra, tra le porte scorrevoli, è stato trovato un coltello da cucina, ma tante volte l’apparenza (e anche l’evidenza) inganna. Così è scattato l’arresto in flagranza di reato per tentata rapina e porto di coltello di genere proibito.
Fortuna che ieri, durante la convalida, il gip ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Stefano Corsini, rimettendo in libertà il giovinotto che così potrà cominciare regolarmente a lavorare dietro i banconi del market. Gli è stato imposto, comunque, l’obbligo di dimora notturno.
Qualcuno ora sussurra - voci senza fondamento, le solite malelingue! - che l’impiegato curioso della Carige che ha azionato la chiusura della porta blindata potrebbe rischiare una denuncia per sequestro di persona.

Via, diciamoci la verità: uno che si alza il bavero, si mette gli occhiali scuri e calza i guanti prima di entrare in banca, mica deve necessariamente considerarsi un pericolo.
Non sarà un cliente, ma forse è solo un disoccupato. Magari anche un po’ imbranato.

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