Reimpiego, via alle norme

Maroni: «Il decreto per gli over 50 non è legato soltanto al Lingotto»

da Milano

Il ministero del Welfare presenterà al prossimo Consiglio dei ministri «un piano straordinario e sperimentale di protezione del reddito finalizzato al reimpiego dei lavoratori che hanno perso il lavoro o sono in procinto di perderlo». Lo ha detto il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi spiegando che il provvedimento dovrebbe riguardare circa 3mila persone compresi i mille lavoratori in esubero della Fiat, oltre a quelli di Ottana e del polo elettronico dell’Aquila.
Il sostegno al reddito sarà «disegnato sul modello dell'indennità di mobilità» ma sarà collegato ad azioni rivolte al reimpiego. Il ministro Roberto Maroni non vuole però che il provvedimento sia visto come una misura ad hoc per Fiat.
«Quello che oggi porterò in pre-Consiglio e che dovrei portare giovedì o venerdì in Consiglio dei ministri - ha spiegato - è un decreto per aziende con problemi di esuberi. È un programma straordinario di reimpiego dei disoccupati con più di 50 anni. Si tratta di un piano straordinario per il ricollocamento dei lavoratori cinquantenni attraverso un paracadute sociale. Lo abbiamo proposto anche alla Fiat che però ha sdegnosamente rifiutato, di più non possiamo dare e non è giusto che sia dato».
In effetti il sindacato dei metalmeccanici vuole capire come è scritto il provvedimento del ministero del Welfare e se questo sarà in grado di consentire un accordo con la Fiat.
Secondo il segretario nazionale della Fim Bruno Vitali l'accordo con la Fiat sugli esuberi si può fare solo se l'esodo dei dipendenti sarà «volontario» e se «tutti i lavoratori saranno tutelati». Secondo Vitali è «urgente» per il polo aquilano dell'elettronico e per Ottana in Sardegna dove le aziende stanno fallendo, ma «per la Fiat la situazione è completamente diversa.

Vogliamo - ha spiegato - fare un accordo di sviluppo. Se il provvedimento riesce a costringere la Fiat a rispondere su questi due requisiti bene, altrimenti rischiamo di essere in mezzo al guado e di non poterlo utilizzare».

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