Rifiuti, entro tre anni un nuovo inceneritore per evitare l’allarme

Potrebbe sorgere a Segrate, servirà a potenziare gli altri impianti

Rifiuti, tre anni per evitare l’emergenza. Trentasei mesi per continuare a garantire l’autosufficienza della Lombardia nello smaltimento. Stima messa a punto dagli uffici tecnici della Regione. Che in questi tre anni è pronta - garantisce l’assessore ai Servizi, Massimo Buscemi - a chiudere e bonificare tutte e nove le discariche urbane, «non ne faremo più sul territorio lombardo», facendo invece della termovalorizzazione l’elemento portante «potenziando e adeguando alle nuove tecnologie tutti gli impianti esistenti».
Ma non finisce qui. «Già dall’inizio del 2012 metteremo in attività un nuovo inceneritore nel Milanese» annuncia l’assessore Buscemi. Impianto, tanto per capirci, indispensabile mentre la capacità di trattamento nei tre anni crescerà da 1.500 tonnellate a quasi 2.800: numeri di una produzione annua di rifiuti valutata, oggi, nell’ordine di circa 5 milioni di tonnellate, di cui il 45 per cento raccolto attraverso la differenziata e il 40 per cento termovalorizzato.
«Nostro obiettivo» aggiunge Buscemi «è migliorare le performance della raccolta differenziata, che nel 2011 dovrà essere a quota 50 per cento con una produzione che, secondo lo scenario disegnato dai nostri uffici, sarà di circa 5,8 milioni». Scenario che fotografa non solo una crescita imprenditoriale, «i rifiuti sono anche effetto dell’aumento del Pil», ma pure un «investimento tecnologico» perché «gli impianti di ultimissima generazione servono a mantenere pulito l’ambiente».
Sostantivo, quest’ultimo, che non fa a pugni con la termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani: «I rischi ambientali sono annullati con i termovalorizzatori di alta qualità esistenti in Lombardia, che rispettano tutte le norme di legge e che, tra l’altro, dobbiamo imparare a comunicare al meglio». Traduzione: «A Brescia, giusto per far un esempio, grazie al teleriscaldamento si risparmiano 218 tonnellate di petrolio e il Pm10 è diminuito di ben dieci-dico-dieci volte».
La resistenza dei pasdaran dell’ecologismo si può dunque vincere, come prova tra l’altro il «sì» dei Verdi a un nuovo termovalorizzatore in provincia di Milano «a patto che sostituisca uno dei vecchi impianti».

«Si possono oggi costruire impianti più grandi con emissioni ridotte rispetto al passato» chiosa il capogruppo dei Verdi, Andrea Gaiardelli, mentre anche l’assessore provinciale all’Ambiente Bruna Brembilla «dice sì» al progetto previsto nel nuovo piano provinciale dei rifiuti dopo l’accoglimento delle osservazioni disposte dalla Regione Lombardia. E tra le location per il nuovo impianto spunta Segrate che ne indica ben cinque, di cui «un’area degradata che non potrà che essere migliorata» conclude la Provincia di Milano.

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