Due anni fa era il protagonista di tutti i Tg: le foto del letto delle Rio delle Amazzoni asciutto e rinsecchito avevano fatto il giro del mondo attraverso i tubi catodici. E naturalmente le immagini si accompagnavano al consueto allarme degli ecocatastrofisti, lesti a denunciare il rischio siccità che avrebbe portato a una ormai quasi inevitabile fine del mondo.
Sono passati due anni, il mondo c'è ancora, e il Rio delle Amazzoni quest'estate ha superato il maggior livello di piena mai registrato nella sua storia conosciuta: 30 metri al di sopra del livello normale.
Non che una piena così esagerata comporti problemi minori della siccità: il record raggiunto a Manaus, capitale dell'Amazzonia brasiliana, si traduce in un disastro senza precedenti lungo il più grande fiume del mondo. La maggior piena precedente era stata registrata nel 1953, con 29,6 metri, livello superato dalla piena catastrofica di quest'anno. Piena che peraltro non accenna a scemare e potrebbe salire ancora per vari giorni. Sono già 28 mila gli sfollati, e tutte le abitazioni nel raggio di una cinquantina di chilometri dal grande fiume sono completamente sommerse. Le inondazioni hanno allagato migliaia di chilometri quadrati attorno al Solimoes, al Rio Negro e agli altri affluenti del Rio delle Amazzoni. Si è riformato in pratica per la prima volta l'enorme lago preistorico che migliaia di anni fa ricopriva tutta la pianura alluvionale amazzonica, oggi ricoperta dalla più vasta foresta del pianeta.
Tra Manaus e la città di Nova Olinda sul Rio Madeira, sui 170 chilometri di distanza, non c'è più un pezzo di terra asciutto, e l'acqua sta arrivando all'altezza della chioma degli alberi. Sulle poche colline della regione si ammassano come su arche di Noè animali selvaggi, serpenti, e mandrie di bestiame. La cittadina di Bacabal è completamente isolata dall'acqua ed è raggiungibile solo in barca o in elicottero, e l'esercito ha dovuto rifornire di cibo e farmaci la popolazione di cinquemila abitanti. Per spiegare il fenomeno, geologi e meteorologi affermano che quest'anno sono coincise esattamente le piene del Rio Solimoes e del Rio Negro, uno proveniente dalle Ande nell'emisfero sud e l'altro dall'altipiano delle Guyane e del Venezuela nell'emisfero nord, che normalmente sono sfasate di almeno tre mesi.
Dunque di cosa ci dobbiamo preoccupare di più, della siccità o degli allagamenti? Probabilmente di entrambi. E nel frattempo gli ecocatastrofisti potrebbero preoccuparsi di azzeccare qualcuno dei loro immancabili allarmi.
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