Non fanno certo gridare al miracolo economico, eppure i segnali di ripresa continuano a manifestarsi anche in Italia. L’ultimo riguarda la produzione industriale, che ritorna a crescere dopo il crollo del 2009. In dicembre ha segnato un progresso dello 0,3% rispetto al mese precedente, mentre rispetto a un anno prima l’aumento è dell’ 8,7%. Nell’intero 2010 l’aumento è stato del 5,3%: dato ancor più positivo pensando a quanto era accaduto nel 2009, quando la produzione era crollata del 18,4%. Motivi di prudente ottimismo derivano anche dal dato di novembre, rivisto al rialzo all’1,3%, e dalla stima Confindustria per gennaio (+ 0,5% rispetto a dicembre). Anche l’Italia sembra aver lanciato i rampini per agganciarsi alla ripresa internazionale. Ne hanno parlato ieri i principali banchieri italiani nell’incontro con il governatore di Bankitalia Mario Draghi. Il quadro che emerge è di una «modesta ripresa congiunturale, ancora differenziata per settori e per imprese, e ancora limitata rispetto ad altri Paesi». Tuttavia la domanda di credito sta mostrando segnali di ripresa, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno. Da novembre a dicembre scorsi hanno fatto segnare progressi i settori dell’energia, dei beni di consumo e di quelli intermedi, con un unico segno meno per quanto riguarda i beni strumentali. Su base annuale il segno più compare in tutti i raggruppamenti, anche se limitato a un modestissimo 0,1% per i beni di consumo. Le previsioni per il primo trimestre 2011 ipotizzano una crescita del pil dello 0,3% sui tre mesi precedenti, sulla scorta dei giudizi positivi degli imprenditori sull’attività d’inizio d’anno. I dati della produzione si sommano alle cifre moderatamente positive su occupazione e cassa integrazione rilevate dall’Istat fra dicembre e gennaio. In particolare conforta il calo della richiesta di ammortizzatori sociali da parte delle imprese: le ore di cassa integrazione sono scese in gennaio del 30% rispetto a dicembre e del 25% rispetto allo stesso mese del 2010. In dicembre l’occupazione è rimasta stabile, anche se la disoccupazione giovanile ha raggiunto la cifra record del 29%. Infine, segnali contrastanti per l’inflazione: la dinamica dei prezzi è crescita al ritmo del 2,1% in gennaio, anche se a causa di prezzi molto erratici come quelli dei carburanti. L’inflazione core , depurata cioè dei prezzi energetici e alimentari, è rimasta all’1,4%; e comunque l’Italia è al di sotto della media europea. Secondo la Bce, l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi nei mesi prossimi, con una previsione dell’ 1,9% per il 2011. È questo lo scenario in cui si collocano i provvedimenti varati mercoledì dal governo per aiutare la crescita.
E se le modifiche alla Costituzione in senso pro-impresa potranno avere effetto solo nel lungo periodo, altre misure come lo stanziamento per la banda larga, e più in generale la razionalizzazione degli aiuti pubblici, potrebbero produrre conseguenze positive anche in tempi brevi. Il governo «vuole ampliare il pacchetto delle semplificazioni», annuncia il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, rispondendo ai rilievi di Emma Marcegaglia. E la Confindustria apprezza l’intenzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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