Ritorna la Piccola Katy e sarà un’altra musica

La «Piccola Katy» come viene chiamata Alessandra Facchinetti, figlia del mitico Roby dei Pooh, nonché stilista licenziata due volte dalla direzione artistica di Gucci prima e di Valentino poi, torna sulla scena della moda. Non disegnerà Ferrè contrariamente a quanto anticipato da Dagospia e non prenderà il posto di Galliano da Dior anche se sembra sia stata contattata più volte dai grandi capi del Gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy), ma sta già lavorando come una matta per Uniqueness, un innovativo progetto di ready to wear messo a punto con Pietro Negra, presidente e co-fondatore di Cris Conf, l'azienda che possiede i marchi Pinko e Toy G.
«È un nuovo modo di fare e pensare la moda» dichiara l'imprenditore spiegando che la collezione verrà venduta esclusivamente su Internet, non avrà stagioni e verrà consegnata immediatamente dopo la presentazione che avverrà a Parigi il prossimo ottobre durante le sfilate per la Primavera/estate 2012. «Andremo dai migliori dettaglianti del mondo con un prodotto che non si può acquistare in negozio - prosegue Negra - una piccola rivoluzione nel mondo del retail, qualcosa che ci permette di eliminare il filtro dei buyer sulle collezioni. In compenso la stilista sarà sempre disposta a interloquire con i consumatori sul Web e curerà personalmente lo styling, ovvero il modo di mettere insieme i capi». Inutile dire che a queste parole alcuni degli addetti ai lavori della moda reagiscono con un velenoso commento della serie
«Alessandra ha trovato finalmente il modo di fare tutto da sola e così forse riuscirà a funzionare». Infatti nessuno ha mai messo in dubbio il notevole talento creativo della ragazza, ma tanto da Gucci quanto da Valentino si dice che Facchinetti non sia portata per il lavoro di gruppo, accentri tutto sulle sue esili spalle e non accetti né critiche né consigli da anima viva. Questo atteggiamento che in quasi tutti gli ambienti professionali viene giudicato presuntuoso e improduttivo, le sarebbe costato caro nel 2005 quando fu sostituita da Frida Giannini alla guida di Gucci e ancor più caro tre anni dopo quando le venne rescisso il contratto con Valentino al termine della sua terza sfilata per la prestigiosa griffe.
«Alessandra sei la più brava» gridò nella sala raggelata dalla clamorosa notizia Remo Ruffini, patron della Moncler per cui la Facchinetti ha disegnato la prima collezione Gamme Rouge inventando il concetto del piumino-couture che tanto bene ha fatto e fa al marchio del galletto. «Alessandra è finita» dissero tutti gli altri, alcuni con sincero rammarico, altri con la tipica malignità di questo ambiente dove circolano serpenti più velenosi del mamba nero. Da quel momento in poi sono circolate voci d'ogni tipo sul suo conto: dalla nascita di un figlio segreto alla rinascita del suo perfetto rapporto professionale con Tom Ford che nel 2001, pur di averla al suo fianco nell'ufficio stile di Gucci, pagò senza battere ciglio le spese legali della causa intentata da Bertelli alla ragazza per mancato preavviso e altre violazioni contrattuali. Lei semplicemente è uscita di scena ritirandosi spesso e volentieri nella casa di famiglia a Bergamo, parlando con poche e fidatissime persone.I bene informati dicono che ha ricevuto un sacco di proposte soprattutto da Parigi. «Le ha rifiutate tutte perché voleva qualcosa di nuovo su cui cimentarsi» sostiene un'amica. Pietro Negra non ha dubbi: «L'ho vista lavorare e credo sia eccezionale, inoltre di solito gli stilisti lavorano all'ottanta per cento per la sfilata ovvero per il loro momento di gloria.

Con Uniqueness lei ha accettato di lavorare al 100 per cento per il pubblico, una cosa senza precedenti». Insomma i presupposti ci sono tutti, manca solo la viva voce della stilista per dire una frase spiritosa tipo «Io, speriamo che me la cavo».

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