Roger Waters fa cantare la Rivoluzione francese

Prima mondiale all’Auditorium Parco della Musica per «Ça Ira», opera scritta dal leader e bassista dei Pink Floyd

Pier Francesco Borgia

da Roma

Applausi a scena aperta e standing ovation finale. Alla faccia di quei puristi che proprio non sopportano un’adesione così viscerale alla musica. Questo il risultato più eclatante della prima mondiale di Ça Ira (There is a hope) la prima opera lirica scritta da Roger Waters, bassista e leader dei Pink Floyd, presentata giovedì all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Il lavoro, ispirato alle cronache della Rivoluzione francese, è stato commissionato per i festeggiamenti del bicentenario della presa della Bastiglia, ma soltanto adesso è riuscito a trovare un palcoscenico dopo che a settembre la Sony ha mandato nei negozi di dischi il doppio cd di Ça Ira. A vedere quanti stranieri giovedì sera (in occasione della prima) affollavano la sala Santa Cecilia c’è da stupirsi dell’insensibilità che ha circondato la gestazione e la nascita di quest’opera. La presentazione al pubblico si deve principalmente alla lungimiranza e intelligenza di Flavio Severini, consulente musicale della fondazione Musica per Roma, che ha creduto fino in fondo nella validità del progetto.
Ad applaudire l’orchestra Roma Sinfonietta diretta da Rick Wentworth c’erano persone giunte persino dal Brasile. I biglietti, messi in vendita ai primi di settembre, erano già esauriti in pochi giorni, tanto che è stata organizzata una replica del concerto (andata in scena ieri sera) per assecondare tutte le richieste.
Chi si aspettava un lavoro innovativo e «rivoluzionario», come erano state le prime incursioni dei Pink Floyd nel mondo del rock, è rimasto deluso. Waters ha volutamente messo da parte ritmi e canoni popolari per cimentarsi in una partitura rigidamente incasellata in quel canone definito con supponenza «musica colta». Di questa musica, però, ha sfruttato stilemi consolidati producendo un lavoro che risente degli esempi più orecchiabili di Leonard Bernstein o delle suggestive arie di Samuel Barber. La prima mondiale di Ça Ira mostra poi di un altro limite: la rappresentazione in forma semiscenica. Su un maxischermo dietro al coro scorrevano disegni, fotografie e animazioni create da Nadine Roda-Gil come ornamento del testo scritto dal marito Etienne. I due, tra l’altro, sono scomparsi prima di vedere la loro opera rappresentata. Ed è a loro che Waters ha dedicato questa prima mondiale.
Ça Ira è ambientata nella Francia all’alba della Rivoluzione, in un arco di tempo che va dal 1789 al 1793, il periodo cioè degli eventi che portarono alla nascita della prima repubblica. Lo spunto più felice è quello di ambientare il racconto in un circo, assegnando ai personaggi caratteristici di questo universo il compito di rappresentare i fatti narrati dandogli un immediato connotato metaforico.


Oltre alla Roma Sinfonietta, completavano il cast John Relyea (baritono), Paul Groves (tenore) Ying Huang (soprano), Keel Watson (baritono), il coro «C. Casini» dell’università di Tor Vergata e il coro di voci bianche «Alessandro Logno».

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