Bomba alla sede degli Irriducibili: "Siamo fascisti, pronti a tornare al terrorismo anni '70"

Il leader degli Irriducibili dopo l'ordigno esploso di fronte alla sede: "Siamo fascisti. Siamo pronti, non ci tiriamo indietro"

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Per Diabolik il movente è "politico". Fabrizio Piscitelli, uno dei leader degli Irriducibili della Lazio, non ha molti dubbi sull'ordigno esploso questa notte di fronte alla sede degli ultras in via Amulio, in zona Tuscolano. La bomba non ha fatto molti danni, ma il messaggio sembra essere stato recapitato. Tanto che i tifosi della "prima squadra della Capitale" si dicono pronti: "Non ci tiriamo indietro".

I fatti di questa notte fanno pensare ovviamente a quanto successo il 24 aprile in occasione della semifinale di Coppa Italia con il Milan. Alcuni ultras biancocelesti sono andati in Piazzale Loreto per esporre uno striscione in onore di Benito Mussolini. "Gli Irriducibili sono spontanei", disse in quell'occasione Diabolik confermando che se il blitz portava la firma degli "Irr" allora era certa la matrice del gesto. Otto tifosi sono stati identificati e raggiunti da un provvedimento di Daspo. "Se andiamo per logica - spiega Piscitelli - quanto accaduto si può ricondurre a quella situazione (Milano, ndr) ma a quel punto, ripeto, non ci tiriamo indietro".

I tifosi della Lazio sono "pronti" anche a "tornare al terrorismo degli anni '70, a quel clima". "Anzi, io non vedo l'ora - continua Diabolik all'Adnkronos - "Siamo abituati a peggio - dice Piscitelli - paura mai, per carità; è chi ha messo la bomba che ha dimostrato di aver paura. È un atto vigliacco, fatto di notte: avrebbero potuto ferire chi dorme nei paraggi, in strada.

Sanno dove stiamo, sanno dove abito e sanno bene che al di là di quella saracinesca c'è una associazione che si occupa del sociale, dove non si fa politica. Noi andiamo allo stadio, fine. Poi, certo, siamo fascisti, gli ultimi fascisti di Roma, e non rinneghiamo nulla".

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