La furia del migrante con l'Aids: devasta il centro, poi sputa sangue sui poliziotti

Attimi di follia, ieri mattina, in un centro di accoglienza di Torre Maura, alla periferia Est di Roma. Un migrante sieropositivo ha devastato la struttura e poi si è scagliato contro i poliziotti cercando di infettarli con il suo sangue

La furia del migrante con l'Aids: devasta il centro, poi sputa sangue sui poliziotti

Prima ha mandato in frantumi porte e vetrate, poi si è scagliato contro gli agenti di polizia intervenuti per placarlo, ferendosi per poter succhiare il proprio sangue e sputarlo in direzione dei poliziotti ed infettarli. Protagonista della mattinata di paura andata in scena ieri nel centro di accoglienza di via dell’Usignolo, a Torre Maura, è stato un migrante maliano di 21 anni, Traore Soumalia, sieropositivo. Il ragazzo, ospite della struttura di accoglienza - già salita in passato all’onore delle cronache quando i migranti diedero alle fiamme mobili e materassi per protestare contro il lockdown e per un blitz anti-droga che si è concluso con l’arresto di cinque nordafricani – ha cominciato a dare in escandescenza attorno alle 9 del mattino, iniziando a colpire porte e finestre con una mazza e minacciando un’operatrice.

È stata lei stessa a dare l’allarme chiamando la polizia. Ma la furia del migrante, come si legge nella ricostruzione fatta dal quotidiano Il Tempo, sarebbe aumentata alla vista della volante delle forze dell’ordine. Il giovane africano, infatti, ha tentato di colpire gli agenti con un estintore e con un maniglione divelto da una porta antipanico, mentre continuava la sua opera di demolizione del centro. Poi, all’arrivo dei rinforzi, altre due pattuglie inviate dal commissariato Casilino nuovo, ha iniziato a tagliarsi le braccia, succhiando il sangue con la bocca e sputandolo in direzione degli agenti, che sono comunque riusciti ad immobilizzarlo.

Il richiedente asilo, però, non si è rassegnato e ha tentato di sfuggire alla presa colpendo i poliziotti, almeno sei quelli che cercavano di trattenerlo, con calci e spintoni, tanto da riuscire a divincolarsi prima che ai suoi polsi scattassero definitivamente le manette. I poliziotti intervenuti saranno tutti sottoposti alla profilassi per l’Aids e sono stati refertati con una prognosi che varia dai 3 ai sette giorni a seconda delle lesioni riportate. Il maliano è finito in carcere per "violenza, resistenza, minaccia a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato".

Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera leghista, Laura Corrotti, che ha denunciato come la situazione all’interno del centro di accoglienza "degeneri giorno dopo giorno". "I cittadini della periferia est della Capitale, - ha scritto in una nota – sono lasciati sempre più soli da un’amministrazione che non ha avuto nessun interesse in ben cinque anni di governo di andare incontro alle richieste di aiuto".

Soltanto 48 ore prima, stavolta nel centro di Roma, alla stazione Termini, a seminare il panico era stato un ghanese pluripregiudicato, che ha minacciato i passanti con un coltello

prima di scagliarsi contro le forze dell’ordine che sono state costrette ad esplodere un colpo di pistola per disarmarlo. L’uomo di 44 anni, raggiunto dal proiettile ad una gamba, è stato poi ricoverato in codice rosso, ma non è in pericolo di vita.

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