Preso il killer dell'iracheno: "Vive in un centro migranti"

Il killer dell'iracheno sgozzato in centro a Roma è un richiedente asilo che viveva nel centro migranti di Rocca di Papa. Dovrà rispondere di omicidio volontario

Preso il killer dell'iracheno: "Vive in un centro migranti"

Il killer del 41enne iracheno sgozzato in pieno centro a Roma, lo scorso martedì sera, si chiama Suren Grigoryan, 26 anni, ed è un cittadino armeno con un foglio di soggiorno provvisorio. Il ragazzo è stato intercettato dalla polizia alla stazione di Napoli mentre tentava la fuga a bordo di un treno diretto al Sud. Subito dopo gli accertamenti di rito, per lui si sono spalancate le porte del carcere di Poggioreale: il reato contestato, al momento, è di omicidio volontario.

Il "delitto horror"

Una vera e propria esecuzione capitale da film dell'orrore. I fatti risalgono pressappoco alle ore 22 di martedì sera, nei pressi di un Apple Store di piazzale Appio, nel quartiere San Giovanni, a Roma. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni - e dai riscontri ottenuti mediante l'acquisizione dei video - i due immigrati, uno iracheno e l'altro armeno, sarebbero stati intenti in una tranquilla chiacchierata quando improvvisamente sarebbe esplosa un'accesa discussione. Poi, la lite sarebbe degenerata al punto da sfociare in un bagno di sangue sotto gli occhi della folla.

Uno dei due litiganti, Suren Grigoryan, ha estratto il coltello dalla tasca dei pantaloni per colpire il suo interlocutore, l'iracheno di 41anni. A quel punto, la vittima - Khaled Bilal Ahmed - è caduta al suolo. L'aggressore si è allontanato dalla scena del crimine salvo poi tornare indietro e infliggere al 41enne il colpo di grazia alla gola.

Dopo aver messo a segno il truce delitto, il 26enne ha provato a farla franca tornando prima nel centro migranti di Rocca di Papa e poi, salendo su un treno diretto a Napoli. Arrivato in stazione, però, ha trovato ad aspettarlo gli agenti di polizia che lo hanno immediatamente ammanettato.

Il movente del delitto

Secondo quanto si apprende da Il Messaggero, l'armeno lavorava nell'autolavaggio gestito dalla vittima insieme ad un altro cittadino giordano. Quest'ultimo, ascoltato in Questura, ha ricostruito il movente sottendente il delitto raccontando di screzi tra l'iracheno e il 26enne per degli ammanchi di denaro. A detta del testimone, l'armeno avrebbe trattenuto per sé i soldi di diversi servizi di pulizia e da qui la decisione dei due soci titolari di allontanarlo anche se il 26enne aveva con loro sempre negato di aver rubato del denaro.

La ricostruzione è stata confermata anche da alcuni amici della vittima, nei pressi del centro Cas di via Aristide Staderini al Prenestino dove l'uomo alloggiava che agli investigatori hanno raccontato dei dissapori tra l'iracheno e il suo dipendente.

Chi è il killer armeno

L'assassino di Khaled Bilal Ahmed si chiama Suren Grigoryan, 27 anni, di nazionalità armena. Proprio come la
vittima, anch'egli è un richiedente asilo con un foglio di soggiorno provvisorio. Dall'ottobre 2019 risulta domiciliato fiscalmente nel centro di accoglienza Mondo Migliore di Rocca di Papa che, qualche anno fa, ospitò i migranti della Diciotti e che lo scorso agosto è balzato alle cronache per il focolaio Covid.

Al momento, il 27enne dovrà rispondere di omicidio volontario ma non è esclusa l'aggravante della premeditazione.

Pare che il killer e la vittima avessero concordato un appuntamento in piazzale Appio per un "chiarimento". Tuttavia, si tratta di una circostanza ancora da accertare. Le indagini del caso sono coordinate dal pubblico ministero Andrea Cusano.

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