Per Ronaldo rinato il Milan vuole la conferma nel derby

"Siamo solo all’inizio" dice il Fenomeno e Milanlab è d’accordo. Basta albergo, adesso il brasiliano cerca casa

Per Ronaldo rinato il Milan 
vuole la conferma nel derby

Ricovery mission, missione recupero. Trattandosi di Ronaldo e dell’eco dei suoi primi due squilli di tromba nel campionato italiano, sembra avviata a buon punto e destinata a far discutere ancora e sempre più da qui fino al derby di Milano, la notte del giudizio universale. Passando dal Brasile dove il carnevale risulta contagiato dalla rinascita di Ronie con preghiere rivolte al ct Dunga perché lo inserisca al volo nella prossima amichevole. Esagerati? Nient’affatto. Si tratta del Fenomeno, non a caso. La performance di Siena poi coincide con le punture nel fianco di Fabio Capello e del Real Madrid. Da quelle parti hanno una tecnica sopraffina per allestire il palo del supplizio: a ogni gol di Ronaldo, montano un bel titolo in prima pagina e via. Così da costringere il mascellone di Pieris a raccontare bugie («è stato lui a voler andar via») e ad esprimere giudizi tecnici («il calcio più difficile e competitivo si gioca in Inghilterra e Spagna») improbabili e discutibili. Il direttore di Marca, che è poi il quotidiano sportivo più noto della capitale, è il primo nella lista molto lunga delle telefonate giunte a Galliani e Bronzetti sabato sera.
Ronaldo è invece l’unico ad aver reciso il cordone ombelicale con il Real e il calcio di Spagna senza alcun apparente rimorso. Dicono faccia parte del suo temperamento, della capacità di isolarsi dal passato e di concentrarsi sui contemporanei. Solo la presenza del figlio lo lega a quella città per i mesi a venire. Neanche il gran numero degli sms giunti sul suo telefonino dalla galassia Real, sabato sera lo schiodano dalla posizione. «Sei grandissimo» scrive Antonio Cassano rimasto prigioniero di Capello nel Real dell’epurazione etnica (via i galacticos di Perez e Sacchi, giocano solo gli acquisti di Calderon e Mijatovic). Così, nel giorno dei ringraziamenti, Ronaldo può addirittura impegnare il sito del club rossonero per spedire un augurio inatteso a Roberto Baggio («un grande numero 10 col quale ho avuto la fortuna di giocare») e un messaggio personalizzato a Del Piero, autore di una citazione tenera («un altro grande del calcio mondiale, ha scritto cose carine sul mio conto in un libro») e di complimenti sinceri.
«Il bello deve ancora venire». La frase, che fu un cavallo di battaglia di Pippo Inzaghi, diventa il manifesto di Ronaldo rimesso in sella dai due gol pittati a Siena, all’ombra di piazza del Campo. Un manifesto di grandi motivazioni che si combinano quasi alla perfezione con i suoi lamenti per i crampi patiti alla fine, per la fatica mostruosa effettuata e per gli effetti benefici di una preparazione fin qui vissuta senza intoppi. «Peccato non ci sia con noi a Glasgow» segnala Kakà ed è il primo rimpianto di una lunga serie da appuntare sulle note di una squadra, il Milan, con una banda del buco alle spalle e davanti una rincorsa al quarto posto che non è così scontata e facile da raggiungere.
«Con i preparatori ho fatto davvero un gran bel lavoro» manda a dire Ronaldo, premiato da Ancelotti con un giorno (oggi lunedì) di assoluto riposo dedicato al figlio e alla ricerca dell’appartamento per mettere fine alla residenza coatta in un albergo del centro. Ecco il punto: dopo giorni di cura, a Milanello, il Fenomeno ha già risolto un problema fisico migliorando il tono di un muscolo decisivo per far funzionare al meglio il ginocchio operato lo scorso anno e su cui furono in molti a esprimere perplessità. «Siamo solo all’inizio» ripetono con lui i preparatori che fissano entro due mesi la data entro la quale si può considerare conclusa ricovery mission. Che adesso si arricchisce di una scommessa e una denuncia. La prima è relativa al numero dei gol che Ronaldo può regalare al campionato del Milan, la seconda chiama in causa gli arbitri.


«Un tempo, quando avevo nostalgia, mettevo la cassetta con i gol fatti da Ronie e mi venivano i lucciconi. Ora posso mettermi davanti alla tv quando gioca lui, vedrete ne farà tanti» pronostica Gigi Simoni. «Per favore, proteggete quel patrimonio» insiste Kakà. Se Gussoni prendesse nota non sarebbe male.

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