Per aprire larmadio che custodisce i tesori a cui ambiva, ha usato la chiave. Anchessa preziosa, con una testa doro massiccio e conservata in un posto conosciuto solo da una persona (il rabbino capo) che il ladro ha osservato di nascosto ma con grande attenzione prima di entrare in azione. La chiave è sparita insieme una targa antica, a una preziosa manina segnalibro e a sette rimmonim, pinnacoli dargento che fanno da copri bastoni ornamentali. Tutti oggetti di culto e arredi sacri contenuti nellAron Hakodesh, larmadio in cui vengono custoditi i rotoli della legge (in ebraico Sefer Torah) e che si trova in un oratorio del tempio grande della sinagoga milanese di via della Guastalla.
«Oggetti antichi, da collezione dal valore inestimabile: quelli di minor prestigio il ladro li ha snobbati e non li ha certo portati via» precisa il presidente della comunità Roberto Jarach dipingendo il furfante come un tipo che sapeva il fatto suo. «La refurtiva ha una stima di cinquecentomila euro o oltre» fanno sapere più tardi i carabinieri del nucleo investigativo che si occupano dellindagine iniziata ieri mattina poco dopo le 10, quando il furto è stato scoperto dal vice rabbino: luomo si apprestava a preparare le letture per oggi e voleva consultare i Sefer Torah, ma non trovava le chiavi dellAron. Quando è riuscito, con una copia di scorta, ad aprire larmadio, ha notato che gli arredi preziosi erano scomparsi.
«Loratorio dove si trova lAron, che per lebraismo ortodosso può essere aperto solo da un uomo, ha una grandissima importanza all'interno della sinagoga e per la liturgia ebraica perché è appunto il mobile deputato a contenere i rotoli della legge che ogni sabato, durante le funzioni, vengono srotolati e letti e poi vengono riposti all'interno dell'Aron - - spiega Jarach -. Il rabbino capo Alfonso Arbib custodisce gelosamente la chiave di questo armadio: il ladro, fingendo di voler frequentare la funzione in sinagoga, lo deve aver seguito e spiato e poi, una volta rimasto solo, è entrato in azione».
Lidentità della persona che ha commesso il furto non sarebbe nemmeno così misteriosa. Dopo aver escluso il movente politico-razzista, infatti, il rabbino capo e i suoi collaboratori, insieme ai carabinieri, hanno fatto una ricostruzione di ciò che è avvenuto in sinagoga negli ultimi giorni e, almeno fisicamente, il ladro sarebbe stato individuato. I controlli intorno alla sinagoga sono tra i più rigorosi della città: in via della Guastalla cè addirittura un posto fisso di polizia. Allinterno, però, come ha tenuto a sottolineare ieri il rabbino capo Arbib, non ci sono particolari sistemi di sicurezza. I frequentatori «sconosciuti» sono tutti coloro che vengono da fuori città e non fanno parte dei 7mila iscritti alla comunità milanese. Ci sono ebrei di passaggio o che, comunque, provengono da altre province o regioni dItalia e che vengono a Milano a frequentare le funzioni religiose. Di solito li si riconosce subito, a vista, ma non vengono «schedati» allingresso chiedendo loro i documenti.
Esattamente quello che è successo allinizio della settimana quando un giovane straniero, mai visto prima in via della Guastalla, si è recato al tempio per frequentare le funzioni religiose come un fedele qualunque.
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