Sale la rabbia per Ici e sporcizia

Francesco Gambaro

La stangata era prevista, ma ha fatto male lo stesso. Centinaia di genovesi stanno ricevendo in questi giorni i moduli prestampati del Comune per il pagamento dell'Ici. Una vera mazzata. E ora fioccano le polemiche. Telefonate e lettere di protesta sono giunte anche in redazione. Come quella di Gustavo Basevi che rincara: «Non bastasse l'Ici, sempre in questi giorni abbiamo letto il preavviso di un aumento dell'Irpef per la parte riservata ai comuni. Chissà se qualche lettore de il Giornale, che ha votato per il centro sinistra, è in grado di spiegarmi perché l'ha fatto? Io ho riscontrato un aumento del 6 per cento». Non è una voce fuori dal coro. Ieri di Ici si è parlato anche durante la seduta del consiglio comunale. La questione è stata sollevata da Edoardo Rixi, capogruppo della Lega Nord, che ha presentato un articolo 54 all'assessore Liccardo. Tema: accertamenti e rimborsi sull'Ici. Che per Rixi è «un furto di stato perché la prima casa non produce reddito». L'esponente della Lega rivela che a Genova si è verificato un aumento della tassa sulla casa di proprietà in media del 20 per cento. «Le detrazioni sull'Ici sono scese da 150 a 100 euro, così ogni cittadino paga 50 euro in più sulla prima abitazione», aggiunge Rixi.
Ma non basta: il capogruppo della Lega sottolinea le difficoltà dei contribuenti a recuperare gli importi non dovuti, «perché il Comune continua a fare resistenza sui rimborsi che spettano ai cittadini». L'attesa a volta dura anche quattro anni. Le parole dell'assessore Liccardo suonano come una mezza conferma: «Oggi stiamo rimborsando le domande presentate nel 2003, mentre il 20-30 per cento delle richieste di rimborso sono errate». In genere occorre aspettare un anno e mezzo, «dal momento che gli uffici comunali devono ricevere dal consorzio nazionale tutti i dati relativi alle posizioni dei singoli soggetti. E il Comune deve avere il tempo di controllarli», conclude l'assessore. Per Rixi è «un'angheria che i cittadini debbano attendere anche quattro anni per ottenere un credito dal Comune. Nei casi più eclatanti il rimborso dovrebbe essere automatico». Applausi dalla platea. Qualche fischio, invece, per il sindaco Pericu due ore dopo, quando il consiglio comunale si è trasferito in piazza delle Erbe per un'assemblea pubblica sulle problematiche del centro storico.

Molte le lamentale sollevate dai residenti, che non hanno risparmiato critiche e battute ironiche al sindaco e ai suoi assessori (Morgano, Gabrielli, Veardo, Borzani e Guerello): «Nessuno risolve il problema della pulizia a San Donato, magari se ci passa lei Pericu, qualcuno inizia a pulire», sbotta Laura Pisano. Mentre Giuseppe Polco vorrebbe accompagnare «questi signori nel ghetto per toccare con mano il degrado del centro storico». I duecento di piazza delle Erbe si spellano le mani.

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