Geloni, un possibile sintomo del Coronavirus

Ad affermarlo con un comunicato stampa oltre 400 dermatologi francesi riuniti su un gruppo WhatsApp per fare il punto sulla pandemia in corso

Geloni, un possibile sintomo del Coronavirus

Noti anche con il nome di eritemi perni, i geloni sono delle reazioni cutanee conseguenti ad un riscaldamento repentino dopo l'esposizione a basse temperature. La dolorosa infiammazione dei capillari (piccoli vasi sanguigni presenti nella pelle) induce una risposta cutanea che si manifesta con prurito, gonfiore, vesciche e arrossamento delle estremità del corpo, quali naso, orecchie, dita delle mani e dei piedi. Solitamente questo disturbo si risolve nel giro di qualche settimana con l'uso di farmaci antinfiammatori e di rimedi topici. Tuttavia, se trascurato, il rischio di complicazioni si fa concreto. Ulcere cutanee, cicatrici ed infezioni, infatti, possono ritardare la guarigione.

I geloni, come già accennato, sono l'esito di una reazione anomala del corpo al freddo seguito da un veloce riscaldamento. I capillari, così, si dilatano molto più rapidamente rispetto ai grandi vasi sanguigni, provocando una fuoriuscita di componenti ematici nei tessuti circostanti. Esistono, poi, dei fattori di rischio che aumentano la possibilità di soffrirne: l'esposizione della pelle al freddo, il periodo dell'anno, una scarsa alimentazione, la predisposizione familiare. Ancora il sesso femminile, il fumo di sigaretta, malattie quali diabete, ipercolesterolemia, lupus eritematoso sistemico, fenomeno di Raynaud. Infine, anche l'uso di alcuni farmaci come i beta-bloccanti, può favorirne la comparsa.

I sintomi dei geloni compaiono poco dopo l'esposizione al freddo. Inizialmente insorge una sensazione di prurito e di bruciore alle dita dei piedi e delle mani, ai lobi delle orecchie, al naso, ai talloni. Le manifestazioni peggiorano se il soggetto entra in un ambiente caldo. Altri segni clinici includono: cambiamenti nel colore della pelle (dal rosso al blu scuro) accompagnati da algia, formazione di vescicole o di ulcere. Tali lesioni, singole o multiple, possono essere circoscritte o unirsi fino a formare un'estesa zona eritematosa. L'evitamento di ulteriori esposizioni al freddo, consente al disturbo di scomparire entro 1-3 settimane. Tuttavia esso, per anni. può recidivare stagionalmente.

Secondo il Sindacato Nazionale dei Dermatologi-Venerologi (SNDV) francesi i geloni potrebbero essere un sintomo del temuto Coronavirus. Oltre 400 dermatologi, riuniti in un gruppo WhatsApp per scambiarsi informazioni utili circa la pandemia in corso, hanno specificato in un comunicato stampa a cosa si deve prestare attenzione. Dunque occhi puntati su improvvisa comparsa di arrossamenti persistenti, lesioni orticarie transitorie, acrosindromi vascolari e congelamento a livello delle estremità. Fondamentali per questa parziale conclusione, quattro osservazioni di eritema comparso sui volti dei pazienti affetti da Covid-19. Esse sono state rilevate, assieme anche ad acrosindromi vascolari, nell'ospedale di Henri-Mondor di Créteil.

Attualmente la letteratura medica internazionale non cita i geloni come sintomo del Coronavirus. Tuttavia la professoressa Marie Beylot-Barrie, presidente della Società francese di dermatologia, ha fatto presente che due articoli cinesi e taiwanesi riportano l'orticaria e fenomeni acroischemici. Inoltre, in Italia, un documento parla di eruzioni generalizzate e di orticaria.

I dermatologi francesi raccomandano a tutti coloro che vedono comparire uno o più di questi sintomi di consultare subito un medico. Il rischio, infatti, è che se tali segni clinici non sono accompagnati da manifestazioni polmonari o da febbre, i pazienti possono inconsapevolmente trasmettere il virus.

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