A tutti è certamente capitato di sperimentare periodi di vita meno prolifici di altri, almeno sul fronte della frequenza del sesso. Gli impegni quotidiani, un lavoro stressante, l'impossibilità di trovare il partner giusto sono tutti fattori che influiscono sulla possibilità di vivere esperienze erotiche soddisfacenti. Eppure, quando l'astensione si prolunga nel tempo, possono addirittura manifestarsi delle conseguenze dannose per la salute: è quanto svelano diverse ricerche scientifiche, raccolte in un intervento del Mirror.
La rinuncia all'attività sessuale influenza innanzitutto la funzionalità del cuore e del sistema circolatorio: una ricerca pubblicata sul Journal of Sexual Medicine, e condotta dal National Defence Medical Centre di Taiwan, svela infatti come gli uomini che praticano sesso almeno due volte la settimana vedano ridursi della metà il rischio di ostruzione delle arterie rispetto a chi lo pratica una volta sola al mese.
Segue quindi la gestione dello stress, una problematica che può comunque influire sempre sulla salute cardiaca: in uno studio pubblicato nel 2005 su Biological Psychology, è emerso come l'attività erotica frequente riduca sensibilmente i livelli di stress, ansia e depressione, grazie al ruolo protettivo di ormoni come ossitocina ed endorfine. Nel mentre, le università di Oxford e Coventry hanno dimostrato come orgasmi regolari possano rallentare l'invecchiamento cellulare, soprattutto a livello del cervello, il tutto influendo positivamente anche sulle capacità del sistema immunitario: il contatto ravvicinato con il partner, stando alle rilevazioni della Wilkes University in Pennsylvania, agisce positivamente sulle capacità dell'organismo di sconfiggere infezioni e malattie. Non a caso, chi pratica sesso almeno due volte alla settimana riduce anche del 30-40% il rischio di prendere raffreddori, influenza e altri malanni invernali.
Il sesso, infine, sembra essere essenziale per il benessere e la salute dell'apparato genitale. Gli uomini che praticano amplessi almeno due volte alla settimana, così come rivela una ricerca pubblicata nel 2008 sull'American Journal of Medicine, sono più protetti dal rischio di sviluppare disfunzione erettile con l'invecchiamento.
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