Quando il cuore non è più in grado di pompare sangue in maniera efficace e con la giusta pressione, si verifica il cosiddetto scompenso cardiaco. Numerose sono le cause di questa grave condizione medica e i cardiologi le suddividono in tre categorie: alterazioni meccaniche, malattie del miocardio, disfunzioni elettrofisiologiche. Nel primo gruppo rientrano varie alterazioni morbose che possono provocare insufficienza cardiaca: ipertensione, stenosi valvolare, pericardite, tamponamento cardiaco e aneurisma ventricolare. Del secondo gruppo, invece, fanno parte diverse patologie: cardiomiopatie, infarto, miocardite, alterazioni del tessuto muscolare di origine metabolica (diabete, ipotiroidismo e ipertiroidismo). Infine le disfunzioni elettrofisiologiche pericolose sono: l'asistolia, la fibrillazione atriale e ventricolare e la tachicardia (atriale e ventricolare).
Da tempo gli studiosi hanno focalizzato l'attenzione sui fattori di rischio promuovendo al contempo una campagna di sensibilizzazione. Oltre ai danni ben noti del fumo di sigaretta, è bene prestare attenzione ai livelli elevati di colesterolo nel sangue. Da non sottovalutare anche le patologie tiroidee, i difetti cardiaci congenici, l'anemia, l'enfisema polmonare, il sovrappeso, l'obesità, la sedentarietà e una dieta sbilanciata ricca di sale. I sintomi tipici dello scompenso cardiaco sono facilmente riconoscibili: dispnea, senso di stanchezza ricorrente, edema agli arti inferiori. Talvolta è possibile accusare anche calo dell'appetito, tosse persistente, perdita di peso, polso irregolare, tachicardia, protrusione più o meno marcata delle vene del collo.
Un importante passo avanti nella conoscenza di tale patologia è rappresentato da uno studio condotto presso il Centro Cardiologico Monzino di Milano, coordinato da Piergiuseppe Agostoni e da Cristina Banfi e pubblicato sull'ultimo numero dell'International Journal of Cardiology. I ricercatori hanno individuato una proteina rilasciata dai polmoni, ovvero proteina del surfattante polmonare B (SP-B) che non solo indica la presenza di scompenso cardiaco, ma che è altresì responsabile dell'aggravarsi della malattia.
La proteina SP-B si lega in modo selettivo al colesterolo HDL e lo rende disfunzionale, trasformando in nocive le sue molecole. Il prossimo obiettivo degli scienziati è lo sviluppo di un esame del sangue che, misurando il valore di SP-B, renda possibile diagnosi di insufficienza cardiaca più precise ed efficaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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