Sanità ligure in rosso, ma Burlando dà un super-premio ai manager

La giunta di centrosinistra ha appena deliberato un bonus del 23% ai direttori generali: «Obiettivi raggiunti»

Paola Setti

da Genova

Giovedì si è affacciata minacciosa la scure del governo: i vostri conti sono in rosso, rimediate oppure sarà una stangata fiscale come non ne avete mai viste. Un mese prima, la Regione Liguria proprio non doveva essersene accorta che la Sanità regionale fosse in coma quasi irreversibile, con 561 milioni di euro da risanare. Lo scorso 5 maggio, infatti, la giunta dell’ex ministro dei Trasporti Claudio Burlando non ha fatto una grinza quando il «Controllo interno» ha proposto di «premiare» tutti i direttori generali, compreso quello alla Sanità Domenico Crupi, per il raggiungimento degli obiettivi. Dice proprio così, la delibera numero 416. Che i responsabili dei dipartimenti regionali meritano di veder aumentato il proprio stipendio «tenuto conto delle capacità manageriali, riguardo all’ottimizzazione dell’impegno delle risorse umane, finanziarie e strumentali in relazione al raggiungimento degli obiettivi...».
Quella delibera letta oggi fa un certo effetto, all’indomani del mea culpa di Burlando all’urlo di «ebbene sì, pensavamo fosse risanamento e invece erano “conti estivi”», quelli che ci hanno portato a varare a novembre una manovra che si è rivelata inutile a giugno. Loro, i premiati, sono in 14. Oltre a Crupi c’è anche Giuseppe Profiti (Bilancio), Gabriella Laiolo (capo di Gabinetto del presidente), e il segretario generale Roberto Murgia. Hanno ricevuto un aumento del 23 per cento sulla retribuzione annua fissa. Che significa circa 10mila euro lordi sui 116mila totali. In verità la legge fissa il premio al 25 per cento, «ma è tradizione non dare mai il massimo» spiega l’assessore al Bilancio Giovanni Battista Pittaluga, quasi a dire: sì vabbè vi premiamo, ma non abbassate la guardia, si può sempre far meglio. E meglio si poteva fare, altroché. Lo ha ammesso non più di due giorni fa l’assessore alla Sanità Claudio Montaldo. Quella delibera non ricorda di averla firmata, ma sul risanamento che poteva essere e non è stato si rigira in nottate in bianco.
Nel maggio 2005, appena insediatasi, la giunta Burlando voleva ripianare in tre modi un disavanzo che stimava in 200 milioni: una manovra fiscale per incassare 80 milioni di euro, la svendita degli immobili per ricavarne altri 65, il taglio ai costi per 56 milioni. Sembra invece che abbia incassato solo i soldi delle tasse: dagli immobili «non è arrivato un euro» per dirla con Montaldo, e al posto del risparmio c’è stata una maggiore spesa per 75 milioni. Con un disavanzo che in un anno è lievitato fino a oltre il doppio dei «vecchi» 200 milioni, e che ha indotto il ministero dell’Economia ad annunciare la seconda stangata in un anno. «E dire che ci fidavamo delle capacità di un ex ministro» ironizza adesso il centrodestra ligure mentre chiede dimissioni e commissioni d’inchiesta.
Dicono in giunta che è una cattiveria gratuita prendersela con i direttori generali, che «sono solo esecutori della volontà politica». Di fronte al disastro annunciato però, c’è chi fa notare che, ecco, i direttori sono tecnici e come tali possono consigliare i politici. E se dissentono possono sempre contestare-dissentire-impugnare e, in extremis, persino sbattere la porta. Certo ci vuole coraggio. Ora bisognerebbe spiegare ai tartassati contribuenti che quei direttori regionali si son meritati una gratifica.

Tanto più alla luce di come prosegue la delibera, che assegna il premio anche per la «gestione e valutazione del rischio e delle situazioni impreviste, allo sviluppo di una cultura dell’innovazione nell’ottica di semplificare e razionalizzare l’attività regionale...».

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