Santoro cambia bersaglio: il fango finisce su Maroni

Profumo di mafia. E puzza di imbroglio. Anche ieri sera è andato in onda su Raidue il Gioco delle tre carte. Argomento di partenza: il caso Fondi. Punto di arrivo: non proprio Berlusconi in prima persona ma un suo vicino di banco, un suo apprezzato ministro, Roberto Maroni. Una novità che ci sorprende ogni qualvolta ci sediamo al tavolo di una qualsiasi discussione e troviamo a mescolare il mazzo e a distribuire le carte Michele Santoro e Marco Travaglio, due esperti giocatori del saloon Annozero. Fondi, comune di oltre trentun mila abitanti (fra i suoi cittadini più illustri Felice Chiusano, musicista, membro del Quartetto Cetra) in provincia di Latina, situato nel sud pontino a metà strada tra Roma e Napoli, sul tracciato storico della Via Appia, sta otto metri sul livello del mare. Dunque piatto che più piatto non si può. Proprio come la noiosa trasmissione di ieri sera.
Con una leggera differenza. Che mentre il patrono di Fondi, celebrato il 10 ottobre con una gran festa paesana, è Sant’Onorato, il patrono di Annozero è Santoro cui si addice particolarmente il ruolo di martire soprattutto quando, parlando male del governo e di Berlusconi allarga quelle sue braccia come per proclamare la sua candida innocenza. Nell’indigesto frullato servito ieri al saloon Annozero c’erano molti degli ingredienti-base: l’equazione scudo fiscale-soldi della mafia, rilanciata nell’anteprima con l’aiuto del giudice Roberto Scarpinato, il complotto anti-Berlusconi ad opera del tandem Ciarrapico-De Benedetti tramite il quotidiano Latina oggi, ventilato con ironia e sarcasmo da Santoro nel siparietto col direttore del giornale Alessandro Panigutti. Se Cristo non si è fermato a Fondi, Santoro e Travaglio da lì sono partiti per arrivare dritti a Maroni girando e rigirando attorno al Cavaliere e alle sue «pedine» sul territorio. «Maroni si deve dimettere - ha tuonato infatti Luigi De Magistris (Idv) - perché non ha dato corso a ciò che aveva promesso riguardo al caso Fondi, dopo l’escamotage delle dimissioni date strumentalmente dalla giunta di Fondi per evitare il commissariamento»
In effetti, il ministro dell’Interno ha inizialmente chiesto che venisse sciolto il consiglio comunale di Fondi per infiltrazioni mafiose ma poi ha rinunciato ad andare avanti perché il consiglio comunale si è dimesso. Nel frattempo, anche questa è cronaca, vengono arrestati un assessore, il capo e il vicecapo della polizia municipale e alcuni dirigenti comunali per associazione mafiosa, mentre alcuni consiglieri sono attualmente indagati dai carabinieri che stanno accertando la presenza a Fondi del clan camorrista dei casalesi. Chi è stato a sbarrare il passo al ministro Maroni che aveva chiesto lo scioglimento del Comune di Fondi? Il senatore Claudio Fazzone, (naturalmente Pdl) il politico più votato nella zona ma il cui nome, peraltro, non compare in alcuna inchiesta come ha riconosciuto pubblicamente persino Santoro. Fatto sta che Maroni si è fermato, quindi, reclamano da Annozero, si deve dimettere perché a Fondi c’è solo mafia e nessun complotto contro il governo attuato da De Benedetti e dai suoi alleati.
Decisamente sottotono, Travaglio aggrappandosi a Roberto Saviano fa un minuto di mini sermoncino contro il Pd: «non c’è destra e sinistra per la camorra» e poi indugia sulle presunte connivenze del Pdl con la camorra citando e ricitando Landolfi, Cosentino e Cesaro per far capire poco o nulla.

Le favorevoli condizioni climatiche e l'abbondante irrigazione hanno favorito un'intensa vocazione agricola del territorio di Fondi. L’originale destinazione del territorio ad agrumeto è stata soppiantata in anni recenti da un'intensa coltivazione di primizie in serra. Siamo alla frutta, quindi. E Annozero, pure.

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