Sarkò sorprende tutti: nel nuovo governo due ministri di sinistra

Sarkò sorprende tutti: nel nuovo governo due ministri di sinistra

Parigi - Sarkò sorprende ancora una volta tutti. Nel prossimo governo ben due ministri su quindici proverranno dai ranghi della sinistra.
Le indiscrezioni circolate in mattinata sono state confermate da Claude Guéant, il suo stratega elettorale e futuro segretario generale dell'Eliseo: «In campagna elettorale Sarkozy aveva annunciato l'allargamento della maggioranza presidenziale, con la creazione di tre poli: uno di centrodestra, uno di centro, uno di sinistra. Perché tanta meraviglia?».
Ovvio: perché i giornalisti sono abituati a diffidare dei politici, che a urne appena chiuse tendono a dimenticare molti degli impegni presi con gli elettori.
Ma il vincitore delle elezioni è un politico anomalo e chi lo conosce bene assicura che Nicolas Sarkozy mantiene sempre la parola data. E dunque creerà anche il ministero per l'Immigrazione e per l'Identità nazionale che tanto ha fatto discutere lo scorso aprile.
Ma chi sono i transfughi sedotti dal nuovo presidente della Repubblica? Guéant mantiene il riserbo; negli ambienti vicino al suo partito, l'Ump, alcune nomine, però, vengono date per certe. I due ministri della gauche dovrebbero essere Eric Besson, l'ex responsabile economico del partito socialista che in piena campagna ha rotto con Ségolène schierandosi al fianco di Sarkozy, e Anne Lauvergeon.
La nomina di Besson, che verosimilmente andrà agli Affari sociali, era attesa, l'altra no: la Lauvergeon per cinque anni, dal 1990 al 1995, è stata il consigliere personale di Mitterrand. Una socialista Doc, stimatissima per la sua competenza economica, che nel 1995 lasciò la politica per la carriera privata, dapprima nel settore bancario poi in quello energetico, alla guida del gruppo Areva. E Areva in Francia significa nucleare.
Un colpo da maestro. L'ala centrista dovrebbe essere rappresentata da Christian Blanc, industriale, uno dei grandi dirigenti dell'Udf che ha rifiutato la svolta centrista di Bayrou.
Sarkozy ha fretta e ha già deciso di accorciare la vacanza nel Mediterraneo. Domani sarà a Parigi, dove, al fianco di Chirac, presenzierà alla cerimonia di commemorazione dell'abolizione della schiavitù.
In attesa dell'investitura formale, il 16 maggio, mette mano al programma di riforme; darà la priorità a quelle economiche, con la revoca delle pensioni privilegiate e con la riforma parziale delle 35 ore, anche a costo di scontentare i sindacati, che infatti sono già sul piede di guerra.
Il successore di Chirac ha annunciato che li consulterà prima di presentare i progetti di legge, ma ha chiarito che la loro prevedibile ostilità non lo fermerà; perché in democrazia è il popolo a essere sovrano.
Non è l'unica misura destinata a far discutere. Per la seconda notte consecutiva gruppetti di anarchici antiSarkò - in tutto poche centinaia di persone - hanno compiuto atti vandalici in diverse città. Tre manifestanti, processati per direttissima, sono stati condannati a pene comprese tra due e sei mesi di prigione senza condizionale. Linea dura, dunque. Ed è verosimilmente solo l'inizio.
Sarkozy ha promesso una Francia più sicura. Da ministro degli Interni per due volte aveva tentato, senza successo, di imporre pene più severe nei confronti dei criminali che reiterano i reati.
Tra poche settimane ci riproverà. Senza arrivare agli estremi di alcuni Stati americani, dove alla terza infrazione scatta l'ergastolo; il nuovo capo dello Stato vuole l'applicazione automatica di un lungo periodo di detenzione, senza considerare le attenuanti. E questo perché «il 50% dei delitti è commesso dal 5% dei malviventi».
Il nuovo capo dello Stato ha ripetuto più volte «di non capire perché certi delinquenti debbano venire 25 volte in tribunale per lo stesso crimine»; dunque meglio «punirli severamente con la certezza della pena». La misura varrà anche per i minorenni recidivi.

I giudici avranno la possibilità di applicare il codice penale a partire da 16 anni e non più da 18 come ora.
La misura verrà approvata in settembre o in ottobre e già ora fa discutere. Sarkò rischia un autunno molto caldo.

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