Sarkozy come Zidane

Il marito di Carla Bruni ci offende ridendo di noi. Così imita il calciatore che aggredì Materazzi con un colpo basso. Una ripicca per non aver liberato il posto di Bini Smaghi alla Bce

Sarkozy come Zidane

I francesi hanno un brutto vizio. Quando sono in difficoltà con noi italiani perdono il controllo, diventano arroganti. E si mettono a tirare testa­te, pensando così di risolvere i problemi. È suc­cesso, tutti lo ricorderanno, nella finale dei campiona­ti del mondo di calcio del 2006. Allora fu Zidane a per­dere la testa picchiandola sul petto di Materazzi. Ieri è successo di nuovo, con Sarkozy che ha irriso il nostro governo e il nostro Paese. Come finirono i mondiali lo sappiamo (5 a 3 per noi dopo i calci di rigore).

Come finirà la partita economica sulla crisi economica lo ve­dremo, ma certo per il presidente francese in cerca di rielezione il precedente non porta bene. Perché Sarkozy ce l'ha tanto con noi è ovvio. I conti dell'Italia c’entrano ma fino a un certo punto. La realtà è che i francesi non possono sopportare che l'Italia abbia ot­tenuto la presidenza della Banca centrale europea (Mario Draghi) per di più senza far dimettere il suo rappresentante nel consiglio della banca stessa, Lo­renzo Bini Smaghi. Situazione che mette in minoran­za la Francia nella gestione della finanza europea. Berlusconi ha assicurato che le dimissioni arrive­ranno.

Ma i tempi, se Sarkozy permette, li decidiamo noi. Ride, il presidente francese in conferenza stam­pa alla domanda sull'affidabilità dell'Italia. Come ri­deva Zidane mentre tirava di testa. Ma è il riso isterico di un uomo in difficoltà nel suo Paese e che le sta pro­vando tutte per risalire la china, compreso program­mare un figlio per la campagna elettorale presidenzia­le. Ma ha poco da ridere. La Francia, le sue banche, le sue industrie, debito pubblico a parte, non è messa meglio di noi.

Tanto che la Merkel, presente alla triste sceneggiata del presidente francese, ha riso molto meno. Anzi, si è imbarazzata e ha confermato la fidu­cia in Berlusconi e nelle capacità dell'Italia. Ovvia­mente non ha riso neppure Berlusconi, che peraltro torna a casa dal vertice europeo con quello che vole­va.

Cioè un mandato della comunità internazionale a fare quello che lui avrebbe già fatto se Tremonti e la Lega non si fossero messi di traverso. Parliamo di ri­forme strutturali, vendita del patrimonio pubblico e forse anche riforma delle pensioni.

A ore ci sarà un Consiglio dei ministri straordinario. Il momento del­la verità per la maggioranza. Lì sì che ci sarà poco da ridere, l'alternativa è andare a casa tutti. In quanto a Sarkozy prevediamo un nuovo caso Zidane: carriera finita.

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