Saviano il puro vede la mafia solo quando vuole

Stupore, sconcerto e ammirazione devono avere attraversato la mente di Luciano Canfora quando ha saputo che i diari di Mussolini, acquistati da Marcello Dell’Utri, condannato per mafia da tribunali a cui lo stesso Canfora attribuisce credibilità, saranno pubblicati da Bompiani per iniziativa di mia sorella Elisabetta. Canfora si chiede: «Mi domando perché non li abbia pubblicati Mondadori, ma in realtà il quesito è retorico e la soluzione è semplice: non li ha voluti».

Quindi la casa editrice Mondadori rifiuta una proposta di Dell’Utri. In compenso la stessa casa editrice pubblica i libri di Roberto Saviano, antimafioso di professione e politicamente avverso a Berlusconi che, attraverso la figlia Marina, ne è l’editore. Anzi, mentre Saviano a gamba tesa attacca la Lega (principale alleato di Berlusconi) per avere sottovalutato le infiltrazioni mafiose nel nord, Marina Berlusconi dà una lezione di autonomia e di libertà che contraddice tutti i pregiudizi sul potere editoriale di Berlusconi (anche se evidenzia la democrazia interna al capitalismo e quindi il prevalere della legge del mercato sopra l’interesse politico).

Dice Marina Berlusconi: «Ritengo Saviano un grande scrittore, ribadisco la stima nei suoi confronti e il più totale rispetto per il coraggio che ha avuto e per il prezzo che sta pagando. Gomorra non solo l’ho letto ma mi è anche piaciuto. L’ho trovato un libro forte, di pregio e di livello. Ma anche se non mi fosse piaciuto nulla sarebbe cambiato. Perché un editore liberale sa sempre tenere rigorosamente distinte le proprie opinioni personali dalle scelte della sua casa editrice. Quel che conta è che sia stato apprezzato da milioni di persone in tutto il mondo». Una lezione.

Ma non diversa è, rispetto alla logica editoriale e al mercato, il ragionamento di mia sorella rispetto ai diari di Mussolini. Nessuna scelta ideologica, nessuna valutazione del merito (all’opposto della insinuazione di Canfora: «Lo pubblichiamo sapendo che è controverso cioè lo diamo alle stampe per fare un piacere ai soliti noti»). Nessun piacere a nessuno. Semplicemente, spiega Elisabetta Sgarbi: «Se volessi dimostrare che i diari sono veri assumerei una posizione sbagliata, non mi arrogo il diritto di farlo, non è il mio compito, ma credo che sia mio dovere offrire un documento di estremo interesse ai lettori che saranno spinti ad approfondire l’argomento...».

Dunque, due editori puri. Due donne con l’identica posizione su materie profondamente diverse. Bompiani pubblica ciò che Mondadori non pubblica e Mondadori non teme di pubblicare ciò che il presidente del Consiglio critica. Anzi, forse Marina Berlusconi esagera perché, come Saviano pretende immedesimandosi nel ruolo di eroe e di vittima, mostra non solo di apprezzarlo ma di avere «il più totale rispetto per il coraggio che ha avuto e per il prezzo che sta pagando». Che prezzo? Crudamente Roberto Castelli specifica: «Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età. Noi della Lega non ci siamo limitati a scrivere quattro cose e a partecipare a quattro conferenze né siamo diventati ricchi per questo. Abbiamo corso solo rischi...». Durissimo. Ma il sospetto è lecito.

Saviano ha fatto quello che hanno fatto molti giornalisti, ma ha costruito con abilità la sua immagine. Chi, come noi, ha denunciato la mafia e fatto arrestare mafiosi, non si è calato nel ruolo dell’eroe né s’è lamentato di vivere sotto scorta, condizione che non determina particolari disagi. Saviano ha fatto molta retorica. Ma dov’era mentre la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Puglia venivano violentate e sfigurate dagli impianti eolici voluti dall mafia e dalla camorra? Non risultano sue denunce. La mafia industriale, le aziende multinazionali che hanno saccheggiato il paesaggio italiano, convertendo gli investimenti mafiosi attraverso la corruzione politica in energia rinnovabile, Saviano non le ha viste.

Potremmo dire di lui, allora, quello che lui ha detto della Lega: dov’era Saviano quando questo succedeva negli ultimi dieci anni laddove ha governato la sinistra, in Puglia, in Calabria e in Campania? Vada Saviano a Troia, in Puglia, dove l’amministrazione Vendola ha devastato il paesaggio con centinaia di pale eoliche. Io lo denuncio da anni. Sono stato minacciato. Sono minacciato ora che si intende convertire l’investimento mafioso nel fotovoltaico. Ho fatto arrestare e condannare faccendieri e criminali legati a questi interessi.

E perché Saviano ha taciuto, anche conoscendo l’esperienza di agricoltori minacciati? E perché adesso non risponde?

Marina Berlusconi, nell’interesse suo e della casa editrice, lo pubblica. Combattere la mafia è un’altra cosa.

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