Scala: nel nuovo consiglio Micheli, Scaroni e Secchi

Eletto anche il rappresentante della Fondazione Cariplo Renato Ravasio. Confermato Bruno Ermolli

Sabrina Cottone

da Milano

La Scala ha un nuovo consiglio d’amministrazione: nella squadra restano ed entrano grandi nomi dell’imprenditoria. Le decisioni saranno formalizzate durante il cda di sabato prossimo, ma l’assemblea dei soci (che si è riunita ieri pomeriggio) ha dato le proprie indicazioni su quali saranno i vertici della Fondazione. Presidente (come da statuto) è il sindaco di Milano, Gabriele Albertini. Bruno Ermolli, a lungo vicepresidente, è stato confermato rappresentante della Camera di commercio.
Arrivano altri nomi di prestigio come il finanziere, azionista di Fastweb e presidente del Conservatorio, Francesco Micheli, che rappresenta la Pirelli, e Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni (che è tra i membri del cda). La Fondazione Cariplo ha scelto il suo segretario generale, Renato Ravasio. La Regione ha scelto di indicare Carlo Secchi, ex rettore della Bocconi e fino a ieri membro del cda come rappresentante del ministero dei Beni Culturali. Adesso si attende che sia Rocco Buttiglione a dare l’ultimo nome che manca: il ministro ha ancora quarantacinque giorni di tempo ma è probabile che sciolga l’enigma già prima.
«È un’ottima scelta perché ci sono persone di rilievo per storia professionale e passione per la musica» commenta il presidente Albertini. E in effetti i nuovi arrivi sono molto legati alla lirica: Micheli è presidente del Conservatorio di Milano, Scaroni insieme con la moglie è abbonato da sempre alla Scala e grande frequentatore dell’Arena di Verona. Albertini si dice soddisfatto delle personalità indicate anche per un’altra ragione: «C’è un mix di personalità non dico di minor prestigio ma non di uguale notorietà, che possono senz'altro garantire assiduità e conoscenza e quindi decisioni più appropriate, con una consapevolezza che è forse mancata nella gestione precedente nei momenti delicati».
L’allusione, piuttosto esplicita, è alla crisi seguita all’uscita di scena nel febbraio scorso dell’ex sovrintendente Carlo Fontana, l’arrivo di Mauro Meli, gli scontri in teatro, le assemblee infuocate, l’addio di Riccardo Muti, le dimissioni di Meli, quindi l’arrivo di Stephane Lissner. Sono poi usciti di scena altri protagonisti della vicenda Scala e cioè i membri del consiglio d’amministrazione Marco Tronchetti Provera (che non ha gradito la soluzione trovata per gli Arcimboldi, il teatro costruito come sostituto della Scala) e Fedele Confalonieri.
Il presidente di Mediaset non ha mai mandato giù la delusione per gli eventi che hanno portato alle dimissioni di Muti e ieri ha ricordato il suo grande rammarico: «Senza di me la Scala andrà avanti, ma senza Muti non sarà più la stessa cosa». Poi è tornato sulle recenti polemiche che riguardano il teatro: «Spero che la Scala possa superare questo periodo anche perché ci sono ancora troppi privilegi». Quindi l’incoraggiamento alla new entry Francesco Micheli: «Mettici tutto l'impegno possibile, come quando facevi finanza». E un piccolo, scherzoso mea culpa in cui ha coinvolto anche Tronchetti Provera e Vittorio Mincato: «Forse il nostro sbaglio è stato di non mettere lo stesso impegno che abbiamo dedicato alle nostre aziende».


Uno dei primi atti formali che si troverà davanti il consiglio d’amministrazione sabato prossimo sarà la formalizzazione della nomina di Stephane Lissner, il sovrintendente arrivato a Milano sei mesi fa dalla Francia. Lissner ha garantito che si prepara ad andare ad Aix-en-Provence per mettere nero su bianco davanti al cda le dimissioni dal Festival. Tra pochi giorni, insomma, sarà sovrintendente a tempo pieno della Scala.

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