Schiele, emozioni a tinte forti tra angoscia e passione

La mostra a Milano: si aprirà il 25 febbraio la panoramica sull'artista austriaco scomparso a 28 anni nel '18

Schiele, emozioni a tinte forti tra angoscia e passione

Milano - La maggiore collezione di Egon Schiele, presentata oggi nella Sala delle Colonne di Palazzo Reale a Milano dall’assessore alla Cultura Finazzer Flory; Massimo Vitta Zelman, presidente di Skira editore; Teresa Indjein Untersteiner, Peter Weinhaupl, Franz Mola (curatore della mostra) e Domenico Piraina, viene offerta al mondo dal 24 febbraio prossimo, sempre nella suggestiva cornice di Palazzo Reale. Si tratta di una panoramica unica sull’opera del grande pittore austriaco - scomparso a Vienna nel 1918, a soli 28 anni, vittima della travolgente epidemia dell’influenza «spagnola» - e dei più significativi disegnatori dell’espressionismo austriaco.

«La collezione che hanno raccolto con passione Rudolph ed Elisabeth Leopold - ha spiegato Teresa Indjein Untersteiner, moglie del direttore della collezione Leopold e Console Generale d’Austria - assume un ruolo particolare in quanto spiana il cammino alla comprensione profonda di un’arte non di facile comprensione. Credo che non esista un’arte “moderna“: esiste una sola arte, perenne, disse una volta Schiele, ed è fuori dubbio che la sua opera sia rimasta viva ininterrottamente, in modo significativo, per una serie di generazioni». Nel 1990 Serge Sabarsky, profondo conoscitore di Schiele, ha detto in merito alla singolarità di questo artista: «Schiele è stato mistificato più di qualsiasi altro artista dell’inizio del Ventesimo secolo. Biografi e storici hanno parlato spesso della sua arte come della sua vita definendola “tragica e nevrotica“, considerandolo uno psicopatico ossessionato dal sesso o un rivoluzionario stravagante e comunque un disturbatore. Commenti eccessivi non disturbano la gioia che si prova quando abbiamo davanti una sua opera. Il suo messaggio è incontestabilmente spontaneo e sincero. Fuori dallo spazio e dal tempo, questo artista ci trasmette un’eccitante emozioni di colori, di segni che sono stati la sua risposta al mondo. Lui che morì, come detto, di febbre spagnola a soli 28 anni nel 1918, alle spalle aveva già 19 anni di grandi esposizioni. Tuttavia, come molti sapranno, il suo stile di vita per problemi finanziari e anche emotivi per via di una famiglia che si trovò sul baratro della povertà, fu consacrato alla spiritualità, convinto della sacralità della sua missione: fu per questo che violò senza volerlo alcuni tabù sessuali, fino ad arrivare nel 1912 a infrangere la legge. Fu arruolato durante la prima guerra mondiale, ma riuscì a non andare al fronte e nel 1917, in piena rivoluzione bolscevica, la sua pittura divenne esplosiva. Alla sua morte fu considerato il principale artista austriaco, colui che non conosceva timore e pudore. L’inesauribile attività creativa che caratterizzò Vienna in quegli anni (Musil, Freud, Loos, Schonberg, Mahler, Schnitzler, von Hofmannsthal) la possiamo ammirare nella mostra «Schiele e il suo tempo» (catalogo Skira), attraverso 40 dipinti e opere su carta, accompagnati da capolavori di Klimt, Kokoschka, Moser e Gerstl.

Tra le opere di Schiele sono in mostra «Donna inginocchiata in abito rosso» del 1910 fino a «Nudo disteso» del 1917. Il clima artistico fu animato in quegli anni dallo scontro di correnti opposte, prima fra tutte la Secessione, fondata nel 1897 e presieduta da Gustav Klimt.

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