Schifani commosso Ma l’ultrasinistra nega ancora le foibe

Il presidente del Senato alla commerazione a Basovizza. Polemiche a Roma per le provocazioni dei centri sociali

Schifani commosso  Ma l’ultrasinistra  nega ancora le foibe

Fa un freddo cane e c’è la bora. Ma il presidente del Senato, Renato Schifani, in visita alla foiba di Basovizza, simbolo delle atrocità commesse sul finire della seconda guerra mondiale e negli anni successivi dalle milizie e dai fiancheggiatori di Tito, ha il capo scoperto in onore dei caduti. Dopo la deposizione della corona di alloro, Schifani si è quindi soffermato sulle lapidi che ricordano i poliziotti e i finanzieri uccisi in quegli anni terribili. Infine, nell’attiguo centro di documentazione, ha firmato il registro delle presenze. Una cerimonia breve, ma sentita. «Con la nostra presenza - ha detto- vogliamo testimoniare il rispetto e il ricordo delle istituzioni perché questo sacrificio rimanga come grande segnale e testimonianza nei confronti delle nuove generazioni affinché non cedano alle tentazioni della violenza e dell’odio».
Non è la prima volta che il presidente del Senato collega le sue visite in ricordo delle vittime dell’odio all’esigenza di lanciare un monito verso i giovani. E accenna anche al generale clima di intolleranza, a cominciare da quanto sta accadendo ai cristiani in Africa. «È un pericolo che dobbiamo scongiurare. E da questo posto alto e nobile faccio un appello: dobbiamo adoperarci affinché tutti i popoli si rendano conto che non è più tempo degli eccidi».
Parole prese a picconate. Tutta colpa di certo revisionismo strisciante tra i ranghi dell’ultrasinistra capitolina. Un panorama sconcertante. A Ostia, lido di Roma, Casa Pound denuncia il niet a un presidio in ricordo delle foibe. Ufficialmente per motivi di ordine pubblico. «La questura ha negato piazza Anco Marzio ai militanti di Casa Pound Ostia perché lo spazio - protestano dal circolo - era già stato chiesto per tre giorni consecutivi da Rifondazione, Pd e giovani democratici». La mancata concessione a prima vista potrebbe, dunque, sembrare la logica conseguenza di una coincidenza di date e richieste. «Ma visti i precedenti - continuano i militanti di Casa Pound - agli occhi di molte realtà della destra del litorale romano appare come una vittoria di chi ha sempre voluto impedire la celebrazione del Giorno del ricordo. Sempre ad Ostia, infatti, un anno fa, il corteo per il 10 febbraio fu tramutato in un semplice sit-in perché i centri sociali contestarono l’iniziativa. Nella stessa occasione i collettivi antifascisti imbrattarono l’isola pedonale del quartiere con scritte che inneggiavano ai partigiani infoibatori. Per chi si è battuto per portare alla luce una pagina di storia strappata dai libri di testo la vicenda assume i connotati di una triste provocazione se si considera che oggi si terrà al Teatro del Lido una conferenza negazionista organizzata dal Collettivo l’Officina in collaborazione con il movimento di estrema sinistra Collettivo Militante».
Ma il «revisionista» ha un altro appuntamento in agenda. Lo fa sapere il consigliere comunale del Pdl, Federico Guidi, che apprende «incredulo che presso i locali di biblioteche di Roma della Borghesiana, il 15 febbraio è in programma un convegno che parrebbe impostato sulle teorie negazioniste delle foibe e che cancella qualsiasi cenno sull’esodo degli italiani d’Istria e Dalmazia».

Guidi chiede ai vertici di biblioteche di Roma «un intervento per verificare se siamo di fronte ad un inaccettabile rigurgito di socialismo reale e, nel caso affermativo, di annullare la manifestazione e rimuovere il direttore». Non c’è proprio pace.

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