
Iniziamo da un fatto: Suni Williams, una dei due astronauti recuperati dopo 288 giorni dalla ISS con la capsula Space X, ha fatto scalpore perché apparsa incredibilmente invecchiata e debole, e su qualche social hanno tirato fuori anche la relatività di Einstein, che in questo caso non c’entra niente.
Anzi, orbitando intorno alla Terra a una velocità di 28000mila chilometri all’ora, a un’altezza di 400 km, per 288, il tempo per lei è passato più lentamente, più o meno avrà guadagnato quasi un secondo di vita. Per avere un effetto in cui si torna effettivamente ringiovaniti dovremmo orbitare almeno un’ora intorno a una massa enorme, come un buco nero. Ma qui non ci si stupisce perché è ringiovanita (quel secondo non lo noterebbe nessuno), ma perché è molto invecchiata, il contrario. Non riusciva neppure a stare in piedi, cosa comune a chi resta molto tempo in microgravità.
Infatti in condizioni di microgravità i muscoli si indeboliscono e atrofizzano rapidamente. Gli astronauti fanno molti esercizi fisici, legati a cinture e elastici per simulare il peso corporeo e correre, per esempio, su un tapis roulant, ma non bastano. Perdono anche densità ossea e massa muscolare. La stessa cosa che succede agli anziani, più velocemente però.
Ci sono poi le radiazioni cosmiche, ovviamente: sono letali per il corpo umano, ma non sulla ISS, perché è ancora protetta dal campo magnetico terrestre. Tuttavia non è proprio il massimo per la salute, visto che viene a mancare un ulteriore schermo protettivo, che è l’atmosfera. Le radiazioni cosmiche sono la principale ragione dei continui rimandi di viaggi umani su Marte, dove il campo magnetico terrestre non c’è più né durante il viaggio né una volta atterrati sul pianeta rosso. Ammesso di arrivarci senza tumori (con nove mesi di viaggio), ci si resterebbe vivi molto poco. Non per altro Elon Musk che a sbarcare su Marte nel primo viaggio della sua Starship sarà un robot. Per una spedizione umana, al di là degli annunci a effetto (sempre rimandati), ci vorrà molto tempo, e il principale problema è proprio questo.
Come se non bastasse, senza gravità (o meglio in condizioni di assenza di gravità, perché la gravità sulla ISS sarebbe solo il 5% in meno di quella terrestre: è come se non ci fosse perché “cade” verso la Terra senza mai cadere, che significa essere in orbita), si atrofizza anche il cuore, che lavora meno per pompare il sangue, e pensate ai problemi di pressione quando tornate sulla Terra. «Dottore, ho la pressione a terra». «Cos’ha fatto signora?». «Mah, sono stata giusto duecento giorni senza gravità».
Considerate anche che non c’è alto e basso, è tutto uguale. Sebbene i progettisti della ISS, e in generale delle navicelle spaziali, tendano a dare un senso di alto/basso all’ambiente, puramente illusorio. Stare capovolti o dritti è la stessa cosa. Oltre ai muscoli, in condizioni di microgravità, si sposta diversamente nel nostro corpo il fluido cerebrospinale, compromettendo equilibrio e coordinazione una volta rientrati. Il corpo fa fatica a riabituarsi a avere un peso. Così come la privazione del sonno e lo stress causano altri problemi.
Ma vado all’ultimo elemento, collegato proprio allo stress: a Suni Williams sono venuti pure i capelli bianchi! Oltre alle cause sopra elencate, aggiungetene un’altra: doveva stare sulla ISS dieci giorni, e
c’è dovuta restare suo malgrado quasi un anno. A chi, aspettando che si decidano a venirti a riprendere, non verrebbero i capelli bianchi? Che in ogni caso no, non sono quelli di Einstein e della teoria della relatività.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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