Milano - La questione di principio, ma anche la lotta contro l’odio e la violenza, hanno vinto. La kermesse «Unexpected Israel» (Israele che non ti aspetti) si terrà, come previsto in origine, in piazza Duomo, dal 13 al 23 giugno, all’interno della settimana del turismo. Lo hanno deciso ieri, dopo un complesso vertice in prefettura, le istituzioni cittadine. Le stesse che, in mattinata, avevano valutato la possibilità di spostare l’iniziativa in piazza Castello. Un’eventualità che la comunità ebraica e l’ambasciatore d’Israele Gideon Meir non hanno nemmeno voluto prendere in considerazione giudicandola una resa vera e propria alla campagna di boicottaggio dei centri sociali milanesi e dei gruppi filo palestinesi che avevano minacciato su Internet rappresaglie di ogni tipo contro quella che loro definiscono «propaganda sionista».
Mentre l’iniziativa verrà presentata dal governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni insieme all’ambasciatore Meir in una conferenza stampa venerdì alle 11 a Palazzo Pirelli, in città ha suscitato grande stupore la posizione assunta nella spinosa vicenda dal neo eletto sindaco Giuliano Pisapia. In realtà una non-posizione. Pisapia, infatti – davanti alla comunità ebraica che avrebbe preteso da lui una condanna delle minacce estremiste a favore di un’iniziativa che nulla ha a che vedere con vicende politiche o legate al conflitto mediorientale –, in un primo tempo ha dichiarato di credere in due popoli e due Stati. Poi ha aggiunto che la questione sul far svolgere o meno la manifestazione in piazza Duomo era di pertinenza del ministero dell’Interno, della questura e delle forze dell’ordine. Quindi non sua. Ieri, quando nonostante le minacce e i possibili problemi di sicurezza e di ordine pubblico in prefettura (dove, in quanto istituzione, era stato convocato anche il sindaco) si è deciso di confermare piazza Duomo, Pisapia si è limitato a osservare che «Milano è una città accogliente e ospitale e non può in alcun modo diventare la sede in cui si riproduce uno scontro che da troppo tempo non trova una soluzione positiva e pacifica». Subito dopo, però, ha annunciato una iniziativa sulla «realtà attuale» della Palestina da tenersi a Milano prossimamente. Ritornando così alla sua precedente posizione di non schierato.
Intanto ieri mattina una quindicina di manifestanti, riunitisi davanti a Palazzo Lombardia, in via Galvani, hanno continuato a chiedere la cancellazione dell’evento a suon di slogan e foto che mostravano i cadaveri dei bambini palestinesi morti durante il conflitto contro Israele. Gli stessi, lunedì, erano stati ricevuti da un rappresentante di Pisapia al quale avevano esposto le loro ragioni. Quando, nel pomeriggio, l’evento è stato invece confermato, la loro curiosa reazione non si è fatta attendere. «Chiaramente per noi è peggio la decisione di confermare lo spazio in piazza Duomo: ora la provocazione è massima - ha dichiarato il loro portavoce Filippo Bianchetti - Ora siamo noi a sentirci minacciati dai filo sionisti. Temiamo per i prossimi giorni una sorta di strategia della tensione e provocazioni».
Le forze dell’ordine si stanno già preparando a organizzare gli imponenti servizi di sicurezza per la kermesse che dovrebbe essere tenuta a battesimo e aperta da Silvio Berlusconi e dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, come previsto oltre un anno fa quando era stata organizzata. Per un evento così contestato, infatti, si prevede che i problemi non siano finiti qui. Preoccupato il senatore Riccardo De Corato.
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