Scoperte le pagine censurate su Elisabetta I

La tecnologia di imaging sta consentendo di rileggere in modo nuovo anche documenti molto conosciuti

Scoperte le pagine censurate su Elisabetta I
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Come scrivevamo anche l'altro giorno relativamente alle scritture «fantasma» che si celano sotto il testo della Divina Commedia vergata nel «manoscritto 1084» della Biblioteca Trivulziana di Milano, la tecnologia di imaging sta consentendo di rileggere in modo nuovo anche documenti molto conosciuti. In Inghilterra è appena accaduto per gli Annali di Camden, una delle fonti più preziose sulla Gran Bretagna moderna. Sono, infatti, considerati il resoconto ufficiale del regno di Elisabetta I (foto). Scritto in latino, il testo si basa in gran parte su testimonianze di prima mano e registri parlamentari ufficiali, raccolti dallo storico William Camden (morto nel 1623). Gli Annali furono iniziati durante la vita della regina Elisabetta (1558 - 1603), ma furono completati nei primi decenni del 1600 su ordine del successore di Elisabetta, il re Giacomo I d'Inghilterra (Giacomo VI di Scozia). Un passaggio di mano del potere che si rivelò tutt'altro che semplice, basti pensare alla famosa Congiura delle polveri del 1605. Spesso considerati come la fonte principe nel plasmare l'immagine di Elisabetta I e del suo regno, gli storici contemporanei si sono affidati agli Annali come a una documentazione relativamente accurata. Ma una nuova ricerca della British Library rivela che alcune sezioni chiave furono riviste prima della pubblicazione. Riscritture deliberate per presentare una versione del regno di Elisabetta più favorevole al suo successore.

Giusto per fare gli esempi più clamorosi: nel 1598, un uomo, di nome Valentine Thomas, confessò di essere stato inviato da re Giacomo per assassinare la regina Elisabetta. Alcuni passaggi recentemente studiati con questa nuova tecnologia rivelano che Camden, inizialmente, intendeva mantenere questa scioccante informazione negli Annali, ma in seguito modificò e ammorbidì la confessione dicendo che Thomas «aveva accusato il Re di Scozia di cattivo affetto nei confronti della Regina». Giacomo non ci sono prove avesse mai complottato contro Elisabetta, ma era sensibile a qualsiasi accusa del genere contro di lui, avendo mandato in prigione altri scrittori per averlo offeso. Anche la sezione degli Annali che riguarda la morte dell'acerrimo rivale di Elisabetta, il re Filippo II, nel 1598, è stata modificata. Il testo originale, che non è stato visto per 400 anni, riporta che Filippo «non aveva capacità imperiali». Le bozze originali rivelano anche che era morto di «ftiriasi», una malattia raccapricciante con cui i parassiti si moltiplicano nel corpo umano, che era vista come una punizione divina da parte di Dio. Queste frasi furono rimosse. Gli Annali si concludono con il necrologio di Elisabetta I, in cui si dice che sul letto di morte abbia nominato Giacomo VI di Scozia come suo successore.

Elisabetta non si sposò mai e morì senza figli nel 1603, per essere succeduta sul trono inglese dal figlio di Maria, Giacomo VI di Scozia. L'analisi delle bozze manoscritte mostra che la scena del letto di morte è un'aggiunta inventata che Camden non intendeva inserire originariamente nella sua storia.

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