Se Israele attacca l’Iran rischiamo davvero la terza guerra mondiale

Kamikaze in Irak, Afghanistan ed Europa, rivolte popolari e una crisi energetica senza precedenti se Gerusalemme prendesse l’iniziativa

Se Israele attacca l’Iran  rischiamo davvero  la terza guerra mondiale

Gli americani temono che Israele bombardi l’Iran senza avvisarli e che la rappresaglia colpisca i soldati Usa in Irak e nel Golfo Persico. Gli ayatollah sembrano non prendere sul serio la minaccia di attacco, ma sui media iraniani fanno trapelare le possibili ritorsioni. Tutti attendono le rivelazioni dell’Agenzia atomica dell’Onu con foto satellitari che proverebbero i test iraniani per far esplodere ordigni nucleari. Propaganda o meno, un attacco israeliano all’Iran apre scenari da far tremare i polsi. «È possibile un’incursione aerea di 24 ore, ma neppure gli israeliani riuscirebbero ad evitare la ritorsione» ha sottolineato Mario Arpino, ex capo di stato maggiore e comandante italiano durante la guerra del Golfo nel ’91. La prima reazione sarebbe una pioggia di missili contro Israele.

Gli Shabab 4 possono raggiungere lo stato ebraico e altri vettori sarebbero in grado di colpire l’Europa meridionale. «Tutte le installazioni nucleari sul territorio sionista sono nel nostro raggio d’azione. Se saremo attaccati risponderemo con i missili all’aggressione» ha dichiarato da tempo il generale Mohammed Ali Jafari, comandante dei Guardiani della rivoluzione.
I vettori iraniani possono trasportare sia testate convenzionali che chimiche o batteriologiche e addirittura nucleari. Se venissero utilizzate armi di distruzione di massa la risposta israeliana non si farebbe attendere grazie ai missili balistici Jericho con una gittata di 4mila chilometri. Non solo: le testate nucleari miniaturizzate a bordo dei sottomarini con la stella di Davide potrebbero colpire Teheran dal golfo dell’Oman.

Lo scenario «regionale» prevede tra l’altro una reazione iraniana contro obiettivi americani in Irak e Afghanistan, ambedue paesi confinanti. Teheran ha sicuramente nel mirino la base aerea di Shindad nell’Afghanistan occidentale, settore Nato sotto comando italiano. I gruppi di miliziani, non solo sciiti, nei due paesi confinanti, finanziati e armati da anni dai Pasdaran, verranno mobilitati per operazioni di guerriglia o terrorismo. Il governo iracheno e quello afghano si sono riavvicinati agli iraniani e non hanno alcuna intenzione di farsi trascinare in un conflitto regionale.

Anche i paesi arabi del Golfo temono rappresaglie e rivolte della propria popolazione sciita, a cominciare dall’Arabia Saudita che considera una minaccia strategica il nucleare iraniano. Teheran ha spesso messo in dubbio la sovranità del Bahrain, considerata provincia iraniana, che ospita il comando della Quinta flotta Usa.
Ieri i media iraniani sottolineavano che l’Iran «domina lo stretto di Hormuz, strategico per il petrolio». La Repubblica Islamica potrebbe «tagliare alcune arterie petrolifere o bloccare lo stretto influenzando il 50% delle forniture mondiali di greggio, in un periodo in cui l'Occidente è in grave crisi».

La forza al Qods dei Pasdaran, specializzata in missioni all’estero, attiverebbe tutte le cellule terroristiche filo iraniane in giro per il mondo. Attentati e attacchi suicidi potrebbero colpire obiettivi come ambasciate e centri ebraici all’estero, pure in Europa. L’altro grande fronte di guerra coinvolgerebbe il Libano, la Siria e la striscia di Gaza. In caso di attacco all’Iran le milizie sciite di Hezbollah in Libano colpirebbero Israele.

I nuovi missili forniti dai siriani sono in grado di raggiungere qualsiasi città ebraica. Alcune stime parlano di un migliaio di testate contro Israele lanciate da Hezbollah e dall’Iran nei primi giorni di guerra. La Siria, alleata con un patto di difesa a Teheran ed i palestinesi di Hamas a Gaza sarebbero pronti ad unirsi al fronte anti israeliano.

L’ex ambasciatore iraniano Nasser Saghafi-Ameri, del Centro di studi strategici di Teheran, sostiene da tempo che «attaccarci sarebbe una follia. Potrebbe scoppiare una specie di terza guerra mondiale con effetti devastanti nella regione, ma pure in Europa».

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