Senato, Formigoni batte Veronesi di 350mila voti

Tra gli azzurri passano anche la Colli, Dell’Utri e Mantovani

«Chi farà cosa lo vedremo nei prossimi giorni». Roberto Formigoni aggiunge che «non c’è fretta». Il Pirellone è «stabile». Già, il post-Formigoni può attendere perché la festa è appena iniziata: gli elettori milanesi (e lombardi) hanno scelto il Popolo della libertà. Trecentocinquantamila i consensi (37mila a Milano) in più per il capolista Formigoni che nella corsa al Senato sconfigge l’avversario Umberto Veronesi. Voto a chi come lui, avverte il governatore, è «entrato in campagna elettorale per ribadire il tema della sussidiarietà e la vicinanza alle famiglie e alle imprese anche nel governo del Paese».Un «risultato elettorale», aggiunge il presidente lombardo, che dunque «premia le intenzioni» - «oggi spetta a noi camminare sostenuti dal grande consenso popolare» - e, quindi, «chi farà cosa lo vedremo nei prossimi giorni, non c’è fretta». Naturalmente, chiosa Formigoni, l’ottimo «risultato elettorale» è «indubbiamente» anche della Lega che «è parte della nostra coalizione» e che «governa da otto anni in importanti Regioni». Come dire: oggi, «tutti sono cresciuti, il nostro programma è chiaro e questo è un ottimo risultato della coalizione» che al governo «sarà capace di dare una risposta ai bisogni e alla eredità pesante che il governo Prodi ci lascia».
Impegni del fare che a Roma vedranno impegnati, tra gli altri, (al Senato) per il Popolo della Libertà oltre a Formigoni anche Ombretta Colli, Giampiero Cantoni, Marcello Dell’Utri, Mario Mantovani, Giancarlo Serafini, Luigi Scotti e Salvatore Sciascia. E alla Camera, sempre per il Pdl, tra gli altri ritornano Ignazio La Russa, Stefania Craxi, Andrea Ronchi, Mario Valducci, Paolo Romani, Maurizio Lupi, Luigi Casero, Mariella Bocciardo e Riccardo De Corato. New entry alla Camera, Elena Centemero e Simone Crolla, mentre Carlo Fidanza - capogruppo comunale di An - è primo dei non eletti.

Entrano (in quota Lega) Matteo Salvini e Claudio D’Amico.
E chi resta fuori? Nel Pd alla Camera (tra i milanesi) Stefano Draghi, Pippo Civati e Pierfrancesco Majorino, mentre al Senato sono out Franco Monaco, Ludovica Barzini e Giacomo Ciapponi.

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