La sfida in rosa alla crisi: una nuova impresa su tre è donna

Rapporto della Camera di Commercio di Monza e Brianza: inscritte in 6 mesi 40mila aziende individuali femminili, boom nel commercio e agricoltura. Rispetto ai colleghi uomini sanno resistere meglio alle difficoltà economiche. Ma resta lo scoglio della maternità

Continua la sfida alla crisi. In rosa. Le donne italiane non demordono e si mettono in gioco aprendo nuove imprese. Così hanno fatto in 40mila nei primi sei mesi del 2009, secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza. Proprio le imprese femminili costituiscono circa il 30 per cento sul totale delle nuove imprese individuali iscritte, e hanno aperto principalmente in Lombardia (12,8%), Campania (10,2%) Piemonte (8,7%) e Lazio (8,7%). Questo, invece, il panorama generale: in Italia le imprese individuali con titolare donna sono complessivamente 857.230 e rappresentano un quarto delle imprese in attività. Ma l'aspetto da sottolineare è un altro. Il tasso di «resistenza» alla crisi da parte delle ditte in rosa è del 25 per cento superiore rispetto alle aziende maschili. Sorpresa nelle sorprese, la maggiore vivacità si registra in Calabria, laddove rispetto allo scorso anno sono aumentate dello 0,6%.
Sebbene le imprese individuali in rosa siano più numerose in Lombardia (91.741, ovvero il 10,7%), il contributo delle donne alla piccola impresa individuale è si fa in proporzione più pesante nel piccolo in Molise, dove le imprese femminili rappresentano il 34,2% del totale, così come in Basilicata (31,6%) e Abruzzo (30,4%).
Ma quali sono i settori preferiti dalle imprenditrici? Si concentrano nel commercio (33,4%), ma anche nell'agricoltura (28,9%) e nei servizi alla persona (11%). Ogni rosa, tuttavia, ha le sue spine. Essere donna, sempre secondo la Camera di commercio brianzola, è una «fatica», tanto che, dopo la nascita del primo figlio, in Lombardia una donna su dieci smette di lavorare. Solo una su quattro chiede il part time, mentre poco più della metà continua a impegnarsi a tempo pieno.

Sintetizza Mina Pirovano, presidente del comitato per l'imprenditoria femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza: «Da noi fare le imprenditrici è ancora difficile». La priorità, oggi, è «mettere le donne nelle condizioni di poter continuare a lavorare e vivere la maternità non come una malattia, ma un'occasione di sviluppo sociale».

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